mercoledì 25 febbraio 2015

NO SOLO TE CONTAMINAS TU - COOL TO REUSE


Los filtros no son biodegradables, están fabricados con hidrocarburos y acetato de celulosa, derivados del petroleo, tarda más de diez años en degradarse de forma natural. El problema básico no radica en el tiempo que perduran estos residuos, sino en la toxicidad que acumula, está diseñado para acumular los componentes del tabaco, que son liberados en contacto con el agua. Por lo tanto cuando llegan a los ríos o incluso al mar, sueltan estas sustancias, lo que supone una grave amenaza para la biodiversidad. Los filtros y los cigarros, al entrar en contacto con el agua, la contaminan con sustancias tóxicas como nicotina y alquitrán, así como metales pesados como plomo, arsénico y cianuro. Por cada colilla arrastrada hasta ríos o mares, se contaminan dos litros de agua. sabemos que una sola colilla de cigarrillo contamina aproximadamente 8 litros de agua de mar según estudios desarrollados por Ocean Conservancy, y hasta 50 litros de agua potable
El problema no es solo la contaminación del agua, también entra en contacto con diversos animales que pueden sufrir enfermedades e incluso la muerte, si consumen mucha nicotina. Son halladas en los estómagos de especies marinas, aves y tortugas, producto que confunden con alimento. Una sola colilla de cigarrillo en un litro de agua con peces pequeños es lo suficientemente tóxica para matar a la mitad de los peces en 96 horas, una prueba de toxicidad estándar, de acuerdo a un experimento presentado en un artículo publicado en la revista Tobacco Control.
Se analizaron los efectos de los elementos liberados por las colillas sobre la pulga de agua, un crustáceo imprescindible para la cadena alimenticia de los ecosistemas de agua dulce; el resultado fue que bastan menos de 0,125 colillas por litro de agua para que las pulgas mueran en menos de 48 horas.
También esta el problema de su fabricación, para producir 300 cigarrillos, se corta un árbol en alguna parte del mundo, según "Science, Tobacco & you". En Costa Rica, con base en los datos de consumo en el país del IAFA, contribuimos a la deforestación de unos 23,333 árboles por día. Otro de los problemas que tienen las colillas es generar incendios forestales, cuando se quedan encendidos.

Muchos países tienen leyes que obligan a los dueños de negocios a que coloquen ceniceros fijos que deben ser vaciados para limpiarlos. Además, hacen campañas para que la gente no tire las colillas en el suelo. En Australia, se ha calculado que el 50% de los cigarrillos consumidos se fuma en el exterior, y de estos el 59% se tira al suelo en vez de en un cenicero o una papelera. Para tener una estimación prudente, supondría que acaban en el suelo unas 4.000 millones de colillas.


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martedì 24 febbraio 2015

Il terzo incontro nelle scuole - TU COME STAI

Lunedì 23 Febbraio si è svolto, presso l’Auditorium dell’IIS “Matteo Ricci” di Macerata, il terzo incontro con gli studenti nell’ambito del progetto TU COME STAI - Indagine sul benessere e sul disagio biopsicosociale dei giovani maceratesi.

giovedì 19 febbraio 2015

La plastica: diversi tipi e usi alternativi- COOL TO REUSE


LEER EN ESPAÑOL

La plastica è un materiale sintetico, duttile e duraturo, usato come sostituto del vetro, del legno e di altri materiali naturali. A seconda delle loro propietà, esiste una classificazione dei tipi di plastica. Spero che questo post serva a chiarire le idee su come viene utilizzata la plastica, e quali sono i suoi usi alternativi:

mercoledì 18 febbraio 2015

Il secondo incontro del progetto TU COME STAI

Venerdì 13 Febbraio si è svolto, presso l’Auditorium dell’IIS “Matteo Ricci” di Macerata, il secondo incontro con gli studenti nell’ambito del progetto TU COME STAI - Indagine sul benessere e sul disagio biopsicosociale dei giovani maceratesi.

Questo secondo appuntamento, che ha visto partecipare alcune classi dell’IIS, del Liceo Artistico, dell’ IPSIA “F.Corridoni” di Macerata e dell’ ITC “A.Gentili”, ha affrontato la tematica “Droghe e alcool: abusi, dipendenze e percorsi d’uscita” grazie all’intervento del relatore Dott. Paolo Nanni, esperto in comunicazione del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Area vasta 3 Asur.
L’incontro è stato caratterizzato da una forte interazione fra il relatore e gli studenti, che sono stati coinvolti attraverso il dibattito su alcuni video mostrati, in particolare: i pericolosi effetti secondari di nuove droghe sintetiche che si diffondono dall’Est Europa, le motivazioni psico-sociologiche della dipendenza patologica da internet e dai social networks, il rapporto dei giovani con la dipendenza più diffusa, quella con il tabacco. 
Nella fase finale dell’incontro sono stati somministrati dei brevi questionari per stimolare riflettere di ciascun partecipante sugli stili di vita più o meno sani e le criticità per la salute intermini di prospettiva di vita media.
Sono stati distribuiti a tutti gli studenti degli opuscoli informativi sul progetto TU COME STAI e sugli effetti e rischi dell’uso di sostanze e degli stili di vita che possono portare alla dipendenza patologica.


I prossimi incontri con le rispettive tematiche ci saranno:

Lunedì 23 Febbraio - “Le emozioni: disturbi alimentari, ansia e depressione, intelligenza emotiva”.

Venerdì 10 Aprile - “Xenofobia e razzismo”.

Lunedì 20 Aprile - Diritti, ruoli e comportamenti nella contemporaneità.

martedì 3 febbraio 2015

Primo incontro con gli studenti delle scuole superiori di Macerata - TU COME STAI

Venerdì 30 Gennaio si è svolto il primo incontro con gli studenti delle scuole medie superiori realizzato nell'ambito del progetto TU COME STAI (indagine sul benessere e sul disagio biopsicosociale dei giovani maceratesi).

venerdì 30 gennaio 2015

La rete aiuta il riuso - COOL TO REUSE

Un fattore fondamentale per contrastare lo spreco, in qualsiasi settore merceologico, è lo scambio di informazioni. La rete internet in questo campo può fare tanto mettendo in relazione le persone e ampliando le conoscenze dei singoli cittadini.

Per questo motivo molti progetti nel campo del riuso trovano in internet il fulcro della loro attività. Come questo sito creato da una rete di soggetti privati ed enti pubblici della regione Marche e finanziato con un progetto del CSV .

Il progetto ha l’obiettivo di recuperare prodotti di prima necessità per il sostegno delle persone in difficoltà. In particolare si prefigge di recuperare alimenti e beni che pur essendo ancora utilizzabili vengono tolti dal commercio per motivi estetici o gestionali, così da attuare anche una buona pratica ambientale volta alla riduzione degli sprechi e della produzione di rifiuti.

Questo è soltanto un esempio di come il web si stia rivelando un prezioso alleato per combattere qualsiasi tipo di spreco e favorire il riuso.

Fatevi un giro su NonSpreco


venerdì 23 gennaio 2015

Una APP per non sprecare il cibo - COOL TO REUSE

Ritorniamo sul tema dello spreco alimentare perché ci sta molto a cuore. Nel mondo ogni anno si perde in varie forme un terzo di tutto il cibo prodotto. In Italia tutti gli anni 146 chilogrammi per ogni persona vengono buttati. E la maggiore fonte di spreco siamo noi... Il progetto S-CAMBIACIBO cerca di limitare il fenomeno. Tramite una app per cellulare vuole mettere in connessione chi ha del cibo che sa di non consumare e chi vorrebbe farlo. Il progetto cerca di rimettere in circolo una parte del cibo che andrebbe perso creando al tempo stesso nuovi spazi di socialità. In questi giorni è partita una campagna di crowdfunding per raccogliere fondi per lo sviluppo dell'app.



Ecco le prime righe di presentazione del progetto S-cambiacibo:

Non si tratta di un baratto, ma della cessione di eccedenze alimentari (senza intermediazione di denaro) in cambio di vantaggi economici, ambientali e sociali.
Infatti, scambiare alimenti ancora consumabili, senza comprarne di nuovi, fa risparmiare euro e ridurre i rifiuti, le emissioni di CO2, il consumo di acqua e il degrado del suolo; inoltre, condividere il cibo in eccesso rafforza le relazioni sociali e fare nuove conoscenze, si sa, è sempre piacevole.
Quando ci guadagnamo tutti, si parla di modello “win win”, ogni parte ha il proprio ruolo e il proprio premio. Tutti sono veicolo di reputazione, fiducia e appartenenza.
S-Cambia Cibo sarà qualcosa di più: un servizio di rendicontazione ambientale e urbana per una reale previsione degli sviluppi dell’ambiente in cui viviamo e in cui avvengono gli scambi e le interazioni.



Il sito di S-cambiacibo
La campagna di crowdfunding











venerdì 16 gennaio 2015

Capsule del caffè. Come riciclarle correttamente e renderle un po' più sostenibili

Un'altra piccola fonte di inquinamento, che però piano piano sta diventando insostenibile. Ma perché non consideriamo l'idea di tornare alla vecchia caffettiera?
Scritto Da Marta Albè [Articolo originale: www.greenme.it]


La capsule del caffè sono sostenibili e riciclabili? Non è proprio così, almeno per quanto riguarda gran parte dei prodotti disponibili sul mercato. L'acquisto di capsule di caffè è ormai un'abitudine molto diffusa, tanto che molti italiani non riuscirebbero a farne a meno, dopo aver detto addio alla vecchia caffettiera. Potere del marketing e della comodità. I promotori del caffè in capsule non hanno però tenuto conto della loro insostenibilità.


Lo ha messo in luce Report, nella puntata di ieri, lunedì 7 aprile. Un'inchiesta della trasmissione ha svelato la scarsa qualità della bevanda più amata dagli italiani, per concludere con un'analisi delle capsule di caffè che sono ormai parte, per molti, di un vero e proprio rito quotidiano. Se, da una parte, i baristi preparerebbero il caffè con modalità errate, "con acqua sporca piena di residui cotti centinaia di volte", dall'altra le capsule contribuiscono ad inquinare l'ambiente con plastica e alluminio e rischiano di rivelarsi dannose per la salute.
Il problema del riciclaggio delle capsule di caffè si è presentato persino a Capannori, in provincia di Lucca, Comune che si distingue in Italia per l'operazione Rifiuti Zero e per le buone pratiche nella gestione della raccolta differenziata. A Capannori si ricicla quasi tutto e soltanto il 18% dei rifiuti finisce nell'indifferenziato. Aprendo i sacchetti dell'indifferenziato si è scoperto che più della metà del contenuto era rappresentato da capsule. A livello nazionale si parla di enormi quantità di plastica e di alluminio da smaltire ogni giorno.
Come riciclare le capsule di caffè

Le capsule del caffè, sottratte dalla spazzatura, si trasformano in materiali di partenza utili per il riciclo creativo, ma non tutti si dedicano a simili attività. E' importantissimo ricordare che le capsule del caffè non sono considerate ancora imballaggi, dunque non sono da conferire nella raccolta differenziata. Vanno dunque gettate tra i rifiuti indifferenziati. Le loro destinazioni? Discariche e inceneritori.
Come fare per smaltire le capsule di caffè? Quali sono i rischi per la salute?
Capsule in alluminio

Per quanto riguarda le capsule in alluminio, una soluzione esiste già. Nespresso, ad esempio, ha avviato una collaborazione con il Cial per il loro smaltimento. Si tratta di un sistema capillare di tutela ambientale che è in grado di garantire il recupero delle risorse. L'alluminio delle capsule è riciclabile al 100%. Cial invia il caffè residuo rimasto nelle capsule di alluminio al compostaggio per le coltivazioni di riso, destinato da Nespresso alla Onlus Banco Alimentare. Attualmente il progetto Ecolaboration per il riciclo delle capsule in alluminio Nespresso riguarda 30 boutique in Italia, a cui corrispondono altrettanti punti di raccolta.
E per quanto concerne la sicurezza? Secondo il professor Matteo Russo, il contatto dell'acqua ad alta temperatura con l'alluminio potrebbe liberare piccolissime particelle di questo materiale. Nespresso però garantisce che nelle capsule esiste una membrana protettiva trasparente che protegge il caffè dal contatto con l'alluminio. Il rilascio di alluminio sarebbe comunque minimo.
Capsule in plastica

Le capsule in plastica - Report fa riferimento a Lavazza - sarebbero le più disastrose. Lavazza produce più di 2 miliardi di capsule all'anno e tutte finiscono tra i rifiuti indifferenziati. Secondo Lavazza, la plastica è un componente che serve per garantire la qualità e la conservabilità del caffè.
Le capsule di plastica rilasciano sostanze tossiche? Dall'inchiesta di Report emerge che dalle capsule di plastica sottoposte ad alte temperature può avvenire un rilascio di sostanze come gli ftalati, che sono cancerogeni. La plastica delle capsule rilascerebbe anche furano - una sostanza inquinante considerata tossica e cancerogena - ma Lavazza si dichiara pronta a garantire la completa sicurezza dei propri prodotti. Infine, secondo quanto comunicato dal Ministero della Sanità, chi fabbrica caffè in cialde o in capsule è responsabile della sicurezza per quanto riguarda i limiti di migrazione.
Le soluzioni?
Cosa possiamo fare noi?

Se non riusciamo proprio a rinunciare al caffè in capsule - che, dopotutto, rappresenta un piccolo lusso visto soprattutto il costo - e a ritornare alla cara vecchia caffettiera o macchine espresso con caffè sfuso, per quanto riguarda lo smaltimento delle capsule in alluminio, possiamo conservarle e consegnarle presso i negozi e i punti di raccolta che collaborano con il Cial. Non diventa un grande sforzo visto che molto spesso ci si reca lì comunque per acquistarne di nuove. L'unica accortezza è quella di eliminare i residui di caffè - da gettare nell'umido - lavarle bene e metterle da parte.
Se siamo particolarmente fantasiosi e bravi con i lavori manuali, una soluzione parziale è rappresentata dal riciclo creativo. Le capsule in alluminio si prestano infatti a trasformarsi in bijoux, come anelli e ciondoli per orecchini e collane, e decorazioni per borse, sandali e cinture. 
Cosa possono fare le aziende?

Le aziende che producono caffè in capsule possono stringere degli accordi con i consorzi che si occupano del ritiro e dell'avvio al riciclo di materiali come l'alluminio e la plastica, in modo da facilitarne lo smaltimento. Inoltre, data la possibilità di utilizzare capsule biodegradabili, i produttori potrebbero propsettare un passaggio a capsule per il caffè più semplici da smaltire per il prossimo futuro.

Capsule biodegradabili
Lavazza sarebbe alla ricerca di un modo per fare in modo che le cialde vengano smaltito come qualunque umido che abbiamo nelle nostre case. In realtà la soluzione esiste già. Si tratta delle capsule biodegradabili realizzate da Novamont, disponibili sin dal 2013. Le capsule e le cialde biodegradabili permettono di gettare sia l'involucro che i residui di caffè direttamente nell'umido. Le capsule biodegradabili di Novamont sono in Mater-Bi, una bioplastica di derivazione vegetale che permette di ridurre il ricorso a materie prime non rinnovabili per la loro produzione.

venerdì 19 dicembre 2014

Fermiamo lo spreco alimentare - COOL TO REUSE


Sfruttiamo l'occasione delle festività natalizie per parlare di un tema che ci sta molto a cuore: lo spreco alimentare. La situazione sta diventando insostenibile da questo punto di vista. Anche la Comunità Europea si sta lentamente rendendo conto del problema e lo Stato italiano (Presidente di turno del Consiglio) ha stilato un documento intitolato la Carta di Bologna per definire una politica comune in tema di azioni concrete di lotta allo spreco alimentare in Europa.


Sprecozero è il sito del progetto per contrastare gli sprechi alimentari, e questi sono i numeri del fenomeno. Nel mondo oggi un terzo del cibo prodotto finisce sprecato ogni anno lungo la filiera alimentare e 805 milioni di persone risultano ‘cronicamente sottonutrite’. Lo spreco annuo di cibo sul pianeta vale una volta e un terzo l’intero PIL italiano, ovvero 2060 miliardi € (PIL 2013: 1560 miliardi €) inclusi i costi sociali, ambientali ed economico-produttivi (studio FAO - Food Wastage footprint 2014). Ma le percentuali sono ben diverse: laddove in Africa e nel Sud-Est Asiatico si sprecano fra 6 e 11 kg di cibo all’anno, in Europa e Nord America si arriva a 95/115 kg di cibo sprecato. Nella sola Europa, dati 2014 attestano che ogni anno si sprecano oltre 100 milioni di tonnellate di cibo. In Italia, elaborazioni Last Minute Market rilevano che lo spreco annuo di cibo è di 1.461.018 tonnellate per il residuo agricolo in campo (3,08%), di 2.036.430 tonnellate in ambito industriale-produttivo, di 270.776 tonnellate per lo spreco nella distribuzione. Senza contare il costo dello spreco domestico che nel 2013, secondo l’Osservatorio Waste Watcher, è costato 8,1 miliardi di euro, pari a circa 2,5 kg di cibo gettati ogni mese, per un costo di 32 euro al mese.

In Italia si stanno sperimentando diverse soluzioni per arginare questo fenomeno. A Torino da diversi mesi ci si è attivati in tal senso con iniziative di "Foodsharing" sull'esempio di realtà tedesche. A Milano è nata addirittura una start up che ha l'obiettivo di coinvolgere grossisti, imprese di ristorazione e piccole e grandi distribuzioni per far sì che il cibo "a richio", (quello che non verrebbe immesso sul mercato o in eccedenza perché prossimo alla scadenza), venga venduto ad un prezzo più basso e accessibile a tutti. Si chiama My Foody e questo è un video che spiega il funzionamento della rete contro gli sprechi:


Ci sono addirittura festival del cinema che puntano su questo tema. A CAERANO si è svolto quest'anno il "MoFFe - Monnezza film festival 2014", una rassegna di film a tematica ambientalista ed ecologica organizzata da AriaNova.

La società e i governi iniziano a percepire la reale gravità del fenomeno e a mobilitarsi. Ma la lotta è soltanto all'inizio. Contrastare questo spreco significa anche opporsi a quanti, più o meno surrettiziamente, vogliono imporre l'uso di sementi modificate geneticamente con la tesi che soltanto questo tipo di agricoltura può contrastare la fame nel mondo, mentre il loro reale scopo è aumentare i profitti delle aziende con il risultato di mettere a rischio tutto il genere umano con l'impoverimento genetico delle nostre fonti alimentari.

Noi come al solito vi lasciamo con degli esempi pratici di riuso del cibo, da mettere in pratica ogni giorno, per innescare il cambiamento dalle nostre piccole azioni quotidiane. Buon appetito!






































venerdì 12 dicembre 2014

Il tappeto non ci basta più - COOL TO REUSE

Noi occidentali siamo bravissimi a nascondere la nostra immondizia sotto al tappeto.
E quando il tappeto è pieno siamo altrettanto bravi a portarla a casa del nostro vicino.
In questo modo ci sembra di aver risolto il problema, ma non è così. Perché i nostri vicini sono più vicini di quanto pensiamo...

L'unica soluzione è:
PRODURRE DI MENO!
RIUSARE DI PIU'!





GUARDA IL VIDEO DI ALEX GOROSH


Leggi l'articolo completo su WIRED

Rimetti in circolo i tuoi vecchi apparecchi elettronici...
Come? Ecco due buoni esempi:

Macerata Trashware

Gizmogul











martedì 9 dicembre 2014

La terra è un gigantesco UPA - COOL TO REUSE

Che cos'è un'UPA? E cosa c'entra con il riciclo e con il nostro blog? Probabilmente non molto ma girando per il web ci siamo imbattuti in questo post dell'astronauta Samantha Cristoforetti, recentemente salita agli onori della cronaca per essere stata la prima donna italiana a salire a bordo della Stazione spaziale internazionale.


Ci ha colpito molto il suo paragone tra il sistema di riciclo e purificazione dei liquidi corporei (l'UPA appunto) dell'ISS e il funzionamento del sistema Terra: "la nostra nave spaziale Terra è, fra le molte altre cose, un gigantesco UPA. Semplicemente, non siamo abituati a pensare alla storia precedente delle molecole d’acqua nella nostra bevanda: non avrebbe molto senso, vero? Nemmeno sulla ISS ci pensiamo!"


Spesso tutti noi ci dimentichiamo dei rifiuti che produciamo, e dimentichiamo che il pianeta in cui viviamo è un sistema chiuso. Se però il sistema Terra riesce a riciclare i rifiuti prodotti dal nostro corpo e anzi li ritrasforma continuamente in nuovo "materiale da costruzione", non riesce altrettanto bene a farlo con i prodotti industriali che l'uomo produce ormai in maniera abnorme. Sta a noi quindi cercare di ridurre questo flusso incontrollato di prodotti che poi diventano inevitabilmente rifiuti, e se possibile a ridurli drasticamente...

Leggi il post di Samantha.

Siete d'accordo con noi? O pensate che il nostro allarmismo sia eccessivo? Allora vi invitiamo a dare un'occhiata a questo interessantissimo progetto fotografico di Gregg Segal: 7 days of garbage.

Segal ha chiesto ad amici, vicini di casa, ma anche sconosciuti di posare accanto alla spazzatura che avevano prodotto in una settimana. Il set è stato allestito nel giardino del fotografo dove sono stati ricreati una spiaggia, una distesa di acqua e una foresta. I soggetti sono stati ripresi dall’alto per creare una composizione pulita e ordinata. Alcuni hanno provato disgusto quando si sono distesi accanto alla propria spazzatura. Segal crede nell’importanza di confrontarsi con i consumi e gli sprechi di cui ognuno di noi è responsabile.

Questo lavoro, più di mille parole, può aiutarci a riflettere su come i nostri comportamenti quotidiani possono essere nocivi per l'ambiente e per noi stessi.


Ecco alcune delle foto di Segal...



































































































venerdì 28 novembre 2014

COOL TO REUSE - Produttori di energia elettrica dal basso




Continuiamo la serie di articoli sul terreno ancora poco esplorato del connubio tra riciclo e tecnologia. Una opzione come quella proposta dall'articolo di oggi è possibile soltanto se la legislazione e il settore distributivo sono già predisposti, come in Olanda, però quello che non è possibile oggi in Italia magari sarà realtà tra qualche anno...

venerdì 14 novembre 2014

Riciclare il calore si può - COOL TO REUSE

Può sembrare un idea di riciclo un po' strana e forse poco utile quella di cui vi parliamo questa volta ma se considerate che il consumo energetico mondiale dei mega data-center delle grandi aziende che ci forniscono i servizi internet (Google e Facebook in testa) si aggira a circa l'uno per cento del consumo totale di energia elettrica forse questa idea non è così ininfluente sul risparmio energetico.

Anche un semplice computer emette un vero e proprio getto di calore, provate ad immaginare la quantità che viene invece prodotta dai server connessi ventiquattrore su ventiquattro in tutto il mondo. E se si potesse recuperare tale calore per riutilizzarlo? L'idea è del prof. Paul Benoit, che ha messo a punto un sistema di riscaldamento che fornisce riscaldamento gratuito ed efficiente per le case e le attività commerciali.

Benoit ha ideato un radiatore elettrico chiamato Q.Rad, collegato a processori ad alte prestazioni. Questi ultimi sono equiparabili a dei PC senza schermo, connessi a internet tramite fibra ottica.

L'idea era quella di sostituire le resistenze del riscaldamento autonomo con i processori per computer, connessi a Internet, in grado di generare calore senza produrre alcun rumore. E senza costi aggiuntivi.

Per gli utenti, il principio è molto semplice: un termostato, regolabile anche a distanza tramite smartphone, consente di selezionare la temperatura desiderata prelevando il calore desiderato. Una stanza più riscaldata richiede più capacità di calcolo dei processori. Ed è ciò su cui si è basato Benoit.

Questi radiatori digitali sono stati progettati per lavorare sfruttando i data center, dove delle macchine enormi processano dati, permettendoci, più o meno consapevolmente, di aprire tante finestre su Internet contemporaneamente, o inviare un tweet. Tutto ciò richiede ogni volta l'utilizzo di calcoli informatici molto complessi. Proprio per questo i data center emettono una grande quantità di calore. Solo per fare un esempio: i “calcoli” necessari per la realizzazione di un film in 3D possono riscaldare diverse migliaia di persone per un anno.

Leggi tutto su GREENME




A questo proposito in un altro articolo leggiamo che un comunissimo iPhone, utilizzato "nella media", in un anno consuma più del frigo di casa. Oggi quasi tutti (nei paesi occidentali) posseggono uno smartphone dal quale non si separerebbero mai, e anche nei paesi poveri e in via di sviluppo questo strumento si sta rivelando utilissimo per migliorare la qualità della vita delle persone. Tutto ciò non fa presagire certo ad una diminuzione dei consumi globali di elettricità, ma sistemi tecnologici come quello proposto sopra almeno ridurrebbero considerevolmente gli sprechi energetici legati a questa tecnologia. Se poi tutte le aziende che operano nel settore spostassero i loro consumi energetici verso fonti rinnovabili questo sarebbe un passo avanti per combattere il riscaldamento del pianeta.




lunedì 10 novembre 2014

Tu come stai - Presentazione dell'indagine conoscitiva



Si è appena conclusa l'indagine conoscitiva sul benessere e sul disagio dei giovani realizzata all'interno del progetto TU COME STAI.

Venerdì 14 novembre alle ore 16.00 si svolgerà la presentazione dei risultati dell'indagine presso la Sala Consiliare del Comune di Macerata.

Interverranno:

Stefania Monteverde (Assessore alla scuola e formazione del Comune di Macerata),
Leonardo Lippi (Assessore della Provincia di Macerata con delega alle Politiche Sociali, dei Giovani e dell'Immigrazione),
Claudia Santoni (Sociologa, presidente dell'osservatorio di Genere)

Le informazioni raccolte attraverso l'indagine “Tu come stai” permettono di tracciare alcune significative riflessioni su come si stia configurando la popolazione giovanile maceratese, in particolare rispetto a tre rilevanti ambiti di analisi: il contesto familiare, le tappe identitarie e la sfera delle abitudini. Il campione dell'indagine è composto da 2029 studenti delle scuole secondarie superiori del Comune di Macerata. Un collettivo ampio di ragazzi e di ragazze tra i 14 e i 20 anni, capace di rappresentare in modo significativo le tendenze e i comportamenti dell'universo giovanile maceratese.


Il progetto “Tu come stai” si propone di:

• promuovere la conoscenza e la consapevolezza, stimolare il dibattito intorno al disagio giovanile e alle sue cause;
• promuovere tra la popolazione giovanile la conoscenza dei meccanismi di uscita dalla situazione di disagio;
• favorire l'adozione di modelli di comportamento equi e salutari, di scelte libere e informate, nel pieno rispetto di sé e degli altri;
• promuovere la partecipazione attiva dei giovani alla vita pubblica e locale;
• promuovere la cittadinanza attiva dei giovani;
• promuovere la cittadinanza europea con particolare riferimento ai diritti correlati e ai principi (diritto all'integrità della persona, non discriminazione, diversità culturale, religiose e linguistica, parità tra uomini e donne...);
• promuovere modelli di comportamento orientati alla tolleranza e al rispetto delle diversità culturali, religiose e linguistiche.


Le FOTO della presentazione

Leggi l'indagine


Scarica il PDF dell'indagine TU COME STAI







Il progetto è stato realizzato dall’Associazione Alter Eco in collaborazione con Comune di Macerata, Provincia di Macerata, Osservatorio di Genere, Risorse Cooperativa, Gruca Onlus e finanziato nell’ambito del Programma Comunitario “Gioventù in azione- Misura 1.2 2013”.
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Contatti: www.associazionealtereco.eu - ass.altereco@gmail.com











martedì 28 ottobre 2014

COOL TO REUSE - Noticias sobre reciclaje



Exposición en Madrid

UpCycling, la exposición donde se podrán ver las fotos de los ganadores y finalistas de la segunda edición del concurso de fotografía sobre reciclaje que han organizado Ecoembes, EFTI y Ecoalf. 
Podrá visitarse hasta el 4 de diciembre en la sala de exposiciones de la Escuela de Fotografía EFTI, en la calle Fuenterrabía de Madrid (cercanías de Atocha). Posteriormente, la muestra, recorrerá varias ciudades españolas.



Concurso sobre el reciclaje


EcoVidrio, la entidad sin ánimo de lucro encargada de la gestión del reciclado del vidrio en España, ha convocado la XV Premios Periodísticos, que tienen como objetivo promover y reconocer la divulgación de valores medioambientales, y del reciclado.



Voluntarios 2015 para tres parques nacionales


La ONG Ecologistas en Acción ha abierto la inscripción para los campos de trabajo de 2015 dentro de estos parques naturales: Monfragüe, del 9 al 15 de abril (seis voluntarios); Cabañeros, del 20 al 26 de abril (seis voluntarios); Doñana, del 22 al 28 de julio (diez voluntarios). 

Entre las tareas a realizar, desde eliminación de especies invasoras a reforestaciones con plantas autóctonas y censos de fauna.




Foto: Carolina Fernández. Primer premio en el concurso de fotografía sobre el reciclaje.

venerdì 24 ottobre 2014

COOL TO REUSE - Reutilizando en casa (III)

Questa settimana proponiamo una serie di idee pratiche per riutilizzare gli oggetti invece di buttarli.

Una semplice trasformazione basta per restituire un nuovo uso a questi materiali. Con un po' di immaginazione potremmo decorarli in modo originale, diminuendo i rifiuti e risparmiando.

35 ingeniosas formas de reutilizar palets | Upsocl Verde

¿Qué hacer con esos viejos discos floppy? 8 ideas para reutilizarlos | Upsocl Verde

7 formas de reutilizar tus viejos zapatos | Upsocl Verde

25 ingeniosas formas para reutilizar las cosas que no usas y convertirlas en un tesoro | Upsocl Verde












COOL TO REUSE - STOP FOSSIL, GO RENEWABLE


"Dove tutte le navi passano, dove tutti i pescatori pescano, lo Stato Italiano vorrebbe trasformare il tragitto, da libero qual'è, in una corsa ad ostacoli."

Trivellazioni e decreto Sblocca Italia | Legambiente


IN AZIONE! Siamo in cima a una piattaforma per dire NO alle trivelle! | Greenpeace Italia


WWF Italy - Il petrolio mi sta stretto - No alle trivelle nel canale di Sicilia





In Spagna la regione delle isole Canarie farà un referendum in Novembre contro le trivellazioni autorizzate dal governo spagnolo.

Il petrolio minaccia le Canarie. Trivellazioni nel "paradiso delle rinnovabili"




venerdì 3 ottobre 2014

COOL TO REUSE - IL RAPPORTO LIVING PLANET 2014


Secondo il rapporto living planet della associazione WWF per lo stile di vita italiano servono 2,6 pianeti come la Terra e dal 1970 al 2010 la biodiversità dei vertebrati è diminuita del 52%.


Il “Living Planet Report”, pubblicato ogni due anni, si avvale di prestigiose collaborazioni con istituzioni scientifiche come la Zoological Society of London, il Global Footprint Network, il Water Footprint Network, lo Stockholm Resilience Centre.

Il rapporto dimostra gli effetti delle pressioni dell’uomo sul pianeta e ne esplora le implicazioni per le nostre società, sottolineando l’importanza delle scelte che dobbiamo intraprendere e, quindi, i passi necessari ad assicurare che questo pianeta vivente, l’unico a nostra disposizione, possa continuare a sostenerci tutti, sia adesso sia per le generazioni che verranno.


Il lato oscuro del paradiso:

giovedì 18 settembre 2014

COOL TO REUSE – Cosa possiamo riutilizzare. I consigli della nonna



Tutti i giorni eliminiamo come rifiuti molti tipi di oggetti o sostanze che potrebbero in alcuni casi “riutilizzati”. Piccole attenzioni, alcuni consigli e la regola delle tre R (Ridurre, riutilizzare e riciclare) possono aiutarci a rispettare meglio l'ambiente che ci circonda.  
In questo articolo ci occuperemo della seconda R proponendo i consigli delle nostre nonne per riutilizzare oggetti o sostanze della nostra vita quotidiana.


Acqua di cottura delle patate: 
È un ottimo detergente per lavare gli indumenti delicati.

Acqua di cottura delle verdure: 
Ricca di sali minerali, può essere utilizzata non salata come concime per le piante.

Bottiglie di plastica: 
Tagliate a metà e forate nella parte inferiore, diventano, riempiendole di terriccio, contenitori per la semina di piantine da fiore.
Contro le zanzare. Prendete una bottiglia di plastica da due litri circa e tagliatene la parte superiore (poco prima dell'inizio del cono). Capovolgete il cono nel fusto della bottiglia ed incollate i due pezzi insieme, utilizzando della colla o silicone. A questo punto preparate una mistura con acqua tiepida, ½ tazza di zucchero ed un cucchiaino di lievito e versatelo nella bottiglia; le zanzare sono, infatti, attirate dall'anidride carbonica che si sprigiona dal lievito a contatto con lo zucchero, penetrano nella bottiglia pensando che vi sia del cibo e non possono più uscirne.

Bottiglie di vetro: 
Servono per allontanare le talpe dall'orto. Infilarle vuote nel terreno per circa dieci centimetri dalla parte del collo. I rumori prodotti dalle talpe scavando, verranno amplificati dal vetro facendole fuggire.

Bucce di mela: 
Spolverate di zucchero e lasciate bruciacchiare sui fornelli caldi, coprono gli odori della cucina.

Bucce di banana: 
Possono essere utilizzate (dalla parte interna) per lucidare scarpe di pelle scura.

Bucce grattugiate di limoni o arance: 
Messe nella pattumiera, aiutano ad eliminare gli odori sgradevoli.

Bucce di mela con i torsoli e i semi: 
Messi in un sacchetto di tela, possono essere uniti agli ingredienti per preparare le marmellate o le gelatine, favoriranno l'addensamento delle stesse per la pectina contenuta nei residui.

Carta dei sacchetti del pane: 
Aperti e utilizzati dalla parte interna, servono in cucina per assorbire l'unto dei cibi.

Carta dei quotidiani:
Diventa un buon isolante per proteggere i vasi delle piante in inverno oppure può essere utilizzata per pulire specchi e vetri.

Cartoni del latte: 
Lavati, aperti in alto, riempiti di acqua e inseriti sotto i piedi del tavolo in giardino o durante un picnic, formano una barriera per le formiche.

Cartoni del latte: 
Lavati, riempiti di acqua e riposti nel congelatore, possono sostituire, avvolti in un sacchetto di plastica chiuso, il ghiaccio sintetico per le borse termiche.

Cartoni delle confezioni di uova: 
Incollati alle pareti, isolano la stanza dai rumori.

Cartone spesso: 
Tagliato a strisce fissate alle pareti del garage, impediscono di graffiare la carrozzeria dell'automobile.

Cenere: 
La cenere del camino, raffreddata, è un buon fertilizzante da spargere nell'orto e nel giardino. Sparsa intorno ad una pianta la difende dagli attacchi delle lumache.

Collant rotti: 
Possono essere utilizzati sia per lucidare le scarpe che per spolverare, infatti la loro carica elettrostatica attira la polvere. O tagliati a strisce si possono utilizzare come legacci per l'orto.

Contenitori di plastica per detersivi: 
Dopo averli ben lavati, servono in cucina per il recupero degli oli di frittura. Una volta pieni dovranno essere consegnati all’Ecocentro.

Contenitori di plastica per uova: 
Accuratamente lavati, possono essere utilizzati per congelare le uova (tuorli e albumi separati). Si conservano per circa due mesi.

Crema per le mani scaduta:
Passata con un panno sulle scarpe usurate, ridona morbidezza e lucentezza.

Dentifricio:
Fa tornare come nuove le scarpe da ginnastica. Applicate una piccola quantità di dentifricio, strofinate bene con una spazzola e poi asciugate con un tovagliolo di carta per eliminare i residui.
Oppure Elimina le macchie sui muri. Vostro figlio si è divertito a colorare una parete di casa con i pennarelli? Mettete il dentifricio sulla parete e strofinate con un panno umido: i disegni del vostro bambino spariranno come per magia!

Foglie secche: 
Poste alla base delle piante proteggono le radici dal gelo.

Indumenti vecchi: 
Pezze di lana ricavate da vecchie maglie, servono ottimamente per lucidare l'argenteria.

Indumenti vecchi: 
Un indumento vecchio e "non lavato" riposto nella cuccia del cane, gli farà sentire meno la mancanza del padrone.

Paglietta metallica: 
Non saponata, una volta arrugginita, può essere interrata nei vasi delle ortensie alle quali fornirà il nutrimento ferroso a loro necessario.

Pigne: 
Si possono bruciare nel camino, diffondono un piacevole aroma di resina.

Residui di saponette: 
Si possono usare per le bolle di sapone: unire in un recipiente 4 cucchiai di scaglie di saponette con 4 bicchieri di acqua calda. Lasciare riposare per un paio di giorni poi aggiungere un cucchiaino di zucchero e mescolare bene.

Ricci di castagne: 
Messi sul terreno seminato tengono lontani i gatti e gli uccellini.

Sacchetti di plastica:
Con un forellino in un angolo può sostituire in caso di necessità la siringa per decorare le torte.

Segatura: 
Può sostituire in caso di necessità la sabbia igienica per la cassetta del gatto.
Un pò di segatura aggiunta al normale terriccio per invasare le piante, lo manterrà più morbido e tratterrà l'umidità.

Tappi a corona: 
Possono sostituire il materiale di drenaggio nei vasi.

Tappi di sughero: 
Affettati possono sostituire il drenaggio nei vasi.

Tappi di sughero: 
Messi in piedi tra vaso e sottovaso, difenderanno le radici da pericolosi ristagni di acqua, consentendo la giusta umidità.

Tappi di sughero: 
Tagliati a rondelle e incollati sotto le gambe di sedie e tavoli sostituiscono i feltri.