Sfruttiamo l'occasione delle festività natalizie per parlare di un tema che ci sta molto a cuore: lo spreco alimentare. La situazione sta diventando insostenibile da questo punto di vista. Anche la Comunità Europea si sta lentamente rendendo conto del problema e lo Stato italiano (Presidente di turno del Consiglio) ha stilato un documento intitolato la Carta di Bologna per definire una politica comune in tema di azioni concrete di lotta allo spreco alimentare in Europa.
Sprecozero è il sito del progetto per contrastare gli sprechi alimentari, e questi sono i numeri del fenomeno. Nel mondo oggi un terzo del cibo prodotto finisce sprecato ogni anno lungo la filiera alimentare e 805 milioni di persone risultano ‘cronicamente sottonutrite’. Lo spreco annuo di cibo sul pianeta vale una volta e un terzo l’intero PIL italiano, ovvero 2060 miliardi € (PIL 2013: 1560 miliardi €) inclusi i costi sociali, ambientali ed economico-produttivi (studio FAO - Food Wastage footprint 2014). Ma le percentuali sono ben diverse: laddove in Africa e nel Sud-Est Asiatico si sprecano fra 6 e 11 kg di cibo all’anno, in Europa e Nord America si arriva a 95/115 kg di cibo sprecato. Nella sola Europa, dati 2014 attestano che ogni anno si sprecano oltre 100 milioni di tonnellate di cibo. In Italia, elaborazioni Last Minute Market rilevano che lo spreco annuo di cibo è di 1.461.018 tonnellate per il residuo agricolo in campo (3,08%), di 2.036.430 tonnellate in ambito industriale-produttivo, di 270.776 tonnellate per lo spreco nella distribuzione. Senza contare il costo dello spreco domestico che nel 2013, secondo l’Osservatorio Waste Watcher, è costato 8,1 miliardi di euro, pari a circa 2,5 kg di cibo gettati ogni mese, per un costo di 32 euro al mese.
In Italia si stanno sperimentando diverse soluzioni per arginare questo fenomeno. A Torino da diversi mesi ci si è attivati in tal senso con iniziative di "Foodsharing" sull'esempio di realtà tedesche. A Milano è nata addirittura una start up che ha l'obiettivo di coinvolgere grossisti, imprese di ristorazione e piccole e grandi distribuzioni per far sì che il cibo "a richio", (quello che non verrebbe immesso sul mercato o in eccedenza perché prossimo alla scadenza), venga venduto ad un prezzo più basso e accessibile a tutti. Si chiama My Foody e questo è un video che spiega il funzionamento della rete contro gli sprechi:
Ci sono addirittura festival del cinema che puntano su questo tema. A CAERANO si è svolto quest'anno il "MoFFe - Monnezza film festival 2014", una rassegna di film a tematica ambientalista ed ecologica organizzata da AriaNova.
La società e i governi iniziano a percepire la reale gravità del fenomeno e a mobilitarsi. Ma la lotta è soltanto all'inizio. Contrastare questo spreco significa anche opporsi a quanti, più o meno surrettiziamente, vogliono imporre l'uso di sementi modificate geneticamente con la tesi che soltanto questo tipo di agricoltura può contrastare la fame nel mondo, mentre il loro reale scopo è aumentare i profitti delle aziende con il risultato di mettere a rischio tutto il genere umano con l'impoverimento genetico delle nostre fonti alimentari.
Noi come al solito vi lasciamo con degli esempi pratici di riuso del cibo, da mettere in pratica ogni giorno, per innescare il cambiamento dalle nostre piccole azioni quotidiane. Buon appetito!