venerdì 19 dicembre 2014

Fermiamo lo spreco alimentare - COOL TO REUSE


Sfruttiamo l'occasione delle festività natalizie per parlare di un tema che ci sta molto a cuore: lo spreco alimentare. La situazione sta diventando insostenibile da questo punto di vista. Anche la Comunità Europea si sta lentamente rendendo conto del problema e lo Stato italiano (Presidente di turno del Consiglio) ha stilato un documento intitolato la Carta di Bologna per definire una politica comune in tema di azioni concrete di lotta allo spreco alimentare in Europa.


Sprecozero è il sito del progetto per contrastare gli sprechi alimentari, e questi sono i numeri del fenomeno. Nel mondo oggi un terzo del cibo prodotto finisce sprecato ogni anno lungo la filiera alimentare e 805 milioni di persone risultano ‘cronicamente sottonutrite’. Lo spreco annuo di cibo sul pianeta vale una volta e un terzo l’intero PIL italiano, ovvero 2060 miliardi € (PIL 2013: 1560 miliardi €) inclusi i costi sociali, ambientali ed economico-produttivi (studio FAO - Food Wastage footprint 2014). Ma le percentuali sono ben diverse: laddove in Africa e nel Sud-Est Asiatico si sprecano fra 6 e 11 kg di cibo all’anno, in Europa e Nord America si arriva a 95/115 kg di cibo sprecato. Nella sola Europa, dati 2014 attestano che ogni anno si sprecano oltre 100 milioni di tonnellate di cibo. In Italia, elaborazioni Last Minute Market rilevano che lo spreco annuo di cibo è di 1.461.018 tonnellate per il residuo agricolo in campo (3,08%), di 2.036.430 tonnellate in ambito industriale-produttivo, di 270.776 tonnellate per lo spreco nella distribuzione. Senza contare il costo dello spreco domestico che nel 2013, secondo l’Osservatorio Waste Watcher, è costato 8,1 miliardi di euro, pari a circa 2,5 kg di cibo gettati ogni mese, per un costo di 32 euro al mese.

In Italia si stanno sperimentando diverse soluzioni per arginare questo fenomeno. A Torino da diversi mesi ci si è attivati in tal senso con iniziative di "Foodsharing" sull'esempio di realtà tedesche. A Milano è nata addirittura una start up che ha l'obiettivo di coinvolgere grossisti, imprese di ristorazione e piccole e grandi distribuzioni per far sì che il cibo "a richio", (quello che non verrebbe immesso sul mercato o in eccedenza perché prossimo alla scadenza), venga venduto ad un prezzo più basso e accessibile a tutti. Si chiama My Foody e questo è un video che spiega il funzionamento della rete contro gli sprechi:


Ci sono addirittura festival del cinema che puntano su questo tema. A CAERANO si è svolto quest'anno il "MoFFe - Monnezza film festival 2014", una rassegna di film a tematica ambientalista ed ecologica organizzata da AriaNova.

La società e i governi iniziano a percepire la reale gravità del fenomeno e a mobilitarsi. Ma la lotta è soltanto all'inizio. Contrastare questo spreco significa anche opporsi a quanti, più o meno surrettiziamente, vogliono imporre l'uso di sementi modificate geneticamente con la tesi che soltanto questo tipo di agricoltura può contrastare la fame nel mondo, mentre il loro reale scopo è aumentare i profitti delle aziende con il risultato di mettere a rischio tutto il genere umano con l'impoverimento genetico delle nostre fonti alimentari.

Noi come al solito vi lasciamo con degli esempi pratici di riuso del cibo, da mettere in pratica ogni giorno, per innescare il cambiamento dalle nostre piccole azioni quotidiane. Buon appetito!






































venerdì 12 dicembre 2014

Il tappeto non ci basta più - COOL TO REUSE

Noi occidentali siamo bravissimi a nascondere la nostra immondizia sotto al tappeto.
E quando il tappeto è pieno siamo altrettanto bravi a portarla a casa del nostro vicino.
In questo modo ci sembra di aver risolto il problema, ma non è così. Perché i nostri vicini sono più vicini di quanto pensiamo...

L'unica soluzione è:
PRODURRE DI MENO!
RIUSARE DI PIU'!





GUARDA IL VIDEO DI ALEX GOROSH


Leggi l'articolo completo su WIRED

Rimetti in circolo i tuoi vecchi apparecchi elettronici...
Come? Ecco due buoni esempi:

Macerata Trashware

Gizmogul











martedì 9 dicembre 2014

La terra è un gigantesco UPA - COOL TO REUSE

Che cos'è un'UPA? E cosa c'entra con il riciclo e con il nostro blog? Probabilmente non molto ma girando per il web ci siamo imbattuti in questo post dell'astronauta Samantha Cristoforetti, recentemente salita agli onori della cronaca per essere stata la prima donna italiana a salire a bordo della Stazione spaziale internazionale.


Ci ha colpito molto il suo paragone tra il sistema di riciclo e purificazione dei liquidi corporei (l'UPA appunto) dell'ISS e il funzionamento del sistema Terra: "la nostra nave spaziale Terra è, fra le molte altre cose, un gigantesco UPA. Semplicemente, non siamo abituati a pensare alla storia precedente delle molecole d’acqua nella nostra bevanda: non avrebbe molto senso, vero? Nemmeno sulla ISS ci pensiamo!"


Spesso tutti noi ci dimentichiamo dei rifiuti che produciamo, e dimentichiamo che il pianeta in cui viviamo è un sistema chiuso. Se però il sistema Terra riesce a riciclare i rifiuti prodotti dal nostro corpo e anzi li ritrasforma continuamente in nuovo "materiale da costruzione", non riesce altrettanto bene a farlo con i prodotti industriali che l'uomo produce ormai in maniera abnorme. Sta a noi quindi cercare di ridurre questo flusso incontrollato di prodotti che poi diventano inevitabilmente rifiuti, e se possibile a ridurli drasticamente...

Leggi il post di Samantha.

Siete d'accordo con noi? O pensate che il nostro allarmismo sia eccessivo? Allora vi invitiamo a dare un'occhiata a questo interessantissimo progetto fotografico di Gregg Segal: 7 days of garbage.

Segal ha chiesto ad amici, vicini di casa, ma anche sconosciuti di posare accanto alla spazzatura che avevano prodotto in una settimana. Il set è stato allestito nel giardino del fotografo dove sono stati ricreati una spiaggia, una distesa di acqua e una foresta. I soggetti sono stati ripresi dall’alto per creare una composizione pulita e ordinata. Alcuni hanno provato disgusto quando si sono distesi accanto alla propria spazzatura. Segal crede nell’importanza di confrontarsi con i consumi e gli sprechi di cui ognuno di noi è responsabile.

Questo lavoro, più di mille parole, può aiutarci a riflettere su come i nostri comportamenti quotidiani possono essere nocivi per l'ambiente e per noi stessi.


Ecco alcune delle foto di Segal...