venerdì 30 gennaio 2015

La rete aiuta il riuso - COOL TO REUSE

Un fattore fondamentale per contrastare lo spreco, in qualsiasi settore merceologico, è lo scambio di informazioni. La rete internet in questo campo può fare tanto mettendo in relazione le persone e ampliando le conoscenze dei singoli cittadini.

Per questo motivo molti progetti nel campo del riuso trovano in internet il fulcro della loro attività. Come questo sito creato da una rete di soggetti privati ed enti pubblici della regione Marche e finanziato con un progetto del CSV .

Il progetto ha l’obiettivo di recuperare prodotti di prima necessità per il sostegno delle persone in difficoltà. In particolare si prefigge di recuperare alimenti e beni che pur essendo ancora utilizzabili vengono tolti dal commercio per motivi estetici o gestionali, così da attuare anche una buona pratica ambientale volta alla riduzione degli sprechi e della produzione di rifiuti.

Questo è soltanto un esempio di come il web si stia rivelando un prezioso alleato per combattere qualsiasi tipo di spreco e favorire il riuso.

Fatevi un giro su NonSpreco


venerdì 23 gennaio 2015

Una APP per non sprecare il cibo - COOL TO REUSE

Ritorniamo sul tema dello spreco alimentare perché ci sta molto a cuore. Nel mondo ogni anno si perde in varie forme un terzo di tutto il cibo prodotto. In Italia tutti gli anni 146 chilogrammi per ogni persona vengono buttati. E la maggiore fonte di spreco siamo noi... Il progetto S-CAMBIACIBO cerca di limitare il fenomeno. Tramite una app per cellulare vuole mettere in connessione chi ha del cibo che sa di non consumare e chi vorrebbe farlo. Il progetto cerca di rimettere in circolo una parte del cibo che andrebbe perso creando al tempo stesso nuovi spazi di socialità. In questi giorni è partita una campagna di crowdfunding per raccogliere fondi per lo sviluppo dell'app.



Ecco le prime righe di presentazione del progetto S-cambiacibo:

Non si tratta di un baratto, ma della cessione di eccedenze alimentari (senza intermediazione di denaro) in cambio di vantaggi economici, ambientali e sociali.
Infatti, scambiare alimenti ancora consumabili, senza comprarne di nuovi, fa risparmiare euro e ridurre i rifiuti, le emissioni di CO2, il consumo di acqua e il degrado del suolo; inoltre, condividere il cibo in eccesso rafforza le relazioni sociali e fare nuove conoscenze, si sa, è sempre piacevole.
Quando ci guadagnamo tutti, si parla di modello “win win”, ogni parte ha il proprio ruolo e il proprio premio. Tutti sono veicolo di reputazione, fiducia e appartenenza.
S-Cambia Cibo sarà qualcosa di più: un servizio di rendicontazione ambientale e urbana per una reale previsione degli sviluppi dell’ambiente in cui viviamo e in cui avvengono gli scambi e le interazioni.



Il sito di S-cambiacibo
La campagna di crowdfunding











venerdì 16 gennaio 2015

Capsule del caffè. Come riciclarle correttamente e renderle un po' più sostenibili

Un'altra piccola fonte di inquinamento, che però piano piano sta diventando insostenibile. Ma perché non consideriamo l'idea di tornare alla vecchia caffettiera?
Scritto Da Marta Albè [Articolo originale: www.greenme.it]


La capsule del caffè sono sostenibili e riciclabili? Non è proprio così, almeno per quanto riguarda gran parte dei prodotti disponibili sul mercato. L'acquisto di capsule di caffè è ormai un'abitudine molto diffusa, tanto che molti italiani non riuscirebbero a farne a meno, dopo aver detto addio alla vecchia caffettiera. Potere del marketing e della comodità. I promotori del caffè in capsule non hanno però tenuto conto della loro insostenibilità.


Lo ha messo in luce Report, nella puntata di ieri, lunedì 7 aprile. Un'inchiesta della trasmissione ha svelato la scarsa qualità della bevanda più amata dagli italiani, per concludere con un'analisi delle capsule di caffè che sono ormai parte, per molti, di un vero e proprio rito quotidiano. Se, da una parte, i baristi preparerebbero il caffè con modalità errate, "con acqua sporca piena di residui cotti centinaia di volte", dall'altra le capsule contribuiscono ad inquinare l'ambiente con plastica e alluminio e rischiano di rivelarsi dannose per la salute.
Il problema del riciclaggio delle capsule di caffè si è presentato persino a Capannori, in provincia di Lucca, Comune che si distingue in Italia per l'operazione Rifiuti Zero e per le buone pratiche nella gestione della raccolta differenziata. A Capannori si ricicla quasi tutto e soltanto il 18% dei rifiuti finisce nell'indifferenziato. Aprendo i sacchetti dell'indifferenziato si è scoperto che più della metà del contenuto era rappresentato da capsule. A livello nazionale si parla di enormi quantità di plastica e di alluminio da smaltire ogni giorno.
Come riciclare le capsule di caffè

Le capsule del caffè, sottratte dalla spazzatura, si trasformano in materiali di partenza utili per il riciclo creativo, ma non tutti si dedicano a simili attività. E' importantissimo ricordare che le capsule del caffè non sono considerate ancora imballaggi, dunque non sono da conferire nella raccolta differenziata. Vanno dunque gettate tra i rifiuti indifferenziati. Le loro destinazioni? Discariche e inceneritori.
Come fare per smaltire le capsule di caffè? Quali sono i rischi per la salute?
Capsule in alluminio

Per quanto riguarda le capsule in alluminio, una soluzione esiste già. Nespresso, ad esempio, ha avviato una collaborazione con il Cial per il loro smaltimento. Si tratta di un sistema capillare di tutela ambientale che è in grado di garantire il recupero delle risorse. L'alluminio delle capsule è riciclabile al 100%. Cial invia il caffè residuo rimasto nelle capsule di alluminio al compostaggio per le coltivazioni di riso, destinato da Nespresso alla Onlus Banco Alimentare. Attualmente il progetto Ecolaboration per il riciclo delle capsule in alluminio Nespresso riguarda 30 boutique in Italia, a cui corrispondono altrettanti punti di raccolta.
E per quanto concerne la sicurezza? Secondo il professor Matteo Russo, il contatto dell'acqua ad alta temperatura con l'alluminio potrebbe liberare piccolissime particelle di questo materiale. Nespresso però garantisce che nelle capsule esiste una membrana protettiva trasparente che protegge il caffè dal contatto con l'alluminio. Il rilascio di alluminio sarebbe comunque minimo.
Capsule in plastica

Le capsule in plastica - Report fa riferimento a Lavazza - sarebbero le più disastrose. Lavazza produce più di 2 miliardi di capsule all'anno e tutte finiscono tra i rifiuti indifferenziati. Secondo Lavazza, la plastica è un componente che serve per garantire la qualità e la conservabilità del caffè.
Le capsule di plastica rilasciano sostanze tossiche? Dall'inchiesta di Report emerge che dalle capsule di plastica sottoposte ad alte temperature può avvenire un rilascio di sostanze come gli ftalati, che sono cancerogeni. La plastica delle capsule rilascerebbe anche furano - una sostanza inquinante considerata tossica e cancerogena - ma Lavazza si dichiara pronta a garantire la completa sicurezza dei propri prodotti. Infine, secondo quanto comunicato dal Ministero della Sanità, chi fabbrica caffè in cialde o in capsule è responsabile della sicurezza per quanto riguarda i limiti di migrazione.
Le soluzioni?
Cosa possiamo fare noi?

Se non riusciamo proprio a rinunciare al caffè in capsule - che, dopotutto, rappresenta un piccolo lusso visto soprattutto il costo - e a ritornare alla cara vecchia caffettiera o macchine espresso con caffè sfuso, per quanto riguarda lo smaltimento delle capsule in alluminio, possiamo conservarle e consegnarle presso i negozi e i punti di raccolta che collaborano con il Cial. Non diventa un grande sforzo visto che molto spesso ci si reca lì comunque per acquistarne di nuove. L'unica accortezza è quella di eliminare i residui di caffè - da gettare nell'umido - lavarle bene e metterle da parte.
Se siamo particolarmente fantasiosi e bravi con i lavori manuali, una soluzione parziale è rappresentata dal riciclo creativo. Le capsule in alluminio si prestano infatti a trasformarsi in bijoux, come anelli e ciondoli per orecchini e collane, e decorazioni per borse, sandali e cinture. 
Cosa possono fare le aziende?

Le aziende che producono caffè in capsule possono stringere degli accordi con i consorzi che si occupano del ritiro e dell'avvio al riciclo di materiali come l'alluminio e la plastica, in modo da facilitarne lo smaltimento. Inoltre, data la possibilità di utilizzare capsule biodegradabili, i produttori potrebbero propsettare un passaggio a capsule per il caffè più semplici da smaltire per il prossimo futuro.

Capsule biodegradabili
Lavazza sarebbe alla ricerca di un modo per fare in modo che le cialde vengano smaltito come qualunque umido che abbiamo nelle nostre case. In realtà la soluzione esiste già. Si tratta delle capsule biodegradabili realizzate da Novamont, disponibili sin dal 2013. Le capsule e le cialde biodegradabili permettono di gettare sia l'involucro che i residui di caffè direttamente nell'umido. Le capsule biodegradabili di Novamont sono in Mater-Bi, una bioplastica di derivazione vegetale che permette di ridurre il ricorso a materie prime non rinnovabili per la loro produzione.