sabato 1 dicembre 2012

COOL TO REUSE - Notizie sul riciclo

Esposizione a Madrid

UpCycling, l'esposizione dove si potranno vedere le foto dei vincitori e dei finalisti della seconda edizione del concorso di fotografia sul riciclaggio che hanno organizzato Ecoembes, EFTI y Ecoalf. 
Si potrà visitare fino al 4 dicembre nella sala di esposizione della scuola di Fotografia EFTI, in via Fuenterrabía a Madrid (nelle vicinanze del quartiere Atocha). In seguito la mostra verrà allestita in varie città spagnole.



Concorso sul riciclaggio


EcoVidrio, l’ente senza scopo di lucro incaricato della gestione del riciclaggio del vetro in spagna ha promulgato il XV Premio Giornalistico, che ha come obiettivo promuovere e premiare la divulgazione di valori inerenti la sostenibilità ambientale e il riciclo.



Volontari 2015 nei parchi nazionali spagnoli

La ONG Ecologistas en Acción ha aperto le iscrizioni per partecipare ai campi di lavoro 2015 in questi parchi naturali: Monfragüe, dal 9 al 15 aprile (sei volontari); Cabañeros, dal 20 al 26 aprile (sei volontari); Doñana, dal 22 al 28 luglio (dieci volontari). 

Fra le attività previste per i volontari ci sono: l’eliminazione di specie invasive, la riforestazione con piante autoctone ed un censo della fauna presente in ogni parco.




Foto: Carolina Fernández. Primo premio del concorso di fotografia sul riciclo.

martedì 11 settembre 2012

Settimana europea della Mobilità sostenibile - 16/22 settembre 2012



Partirà domenica prossima, 16 settembre 2012, l’iniziativa della Commissione europea per incentivare la Mobilità sostenibile nelle principali città del Vecchio Continente. La settimana della Mobilità sostenibile, che durerà fino a sabato 22 settembre 2012, punta a di incoraggiare i cittadini all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata per gli spostamenti quotidiani: a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici.
Molti i benefici che deriverebbero da un utilizzo meno intenso delle automobili: oltre a ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’inquinamento acustico e la congestione, aumenterebbe il benessere fisico e mentale di tutti.
Quest’anno l’argomento scelto dalla Comunità europea per la settimana della Mobilità sostenibile è Muovendosi verso la giusta direzione, che intende evidenziare il ruolo della pianificazione integrata per la realizzazione di un’efficace sistema di mobilità sostenibile in ambito urbano.
I Piani di mobilità urbana sostenibile (PGUS) sono lo strumento  per definire un sistema di misure correlate in grado di soddisfare le esigenze dell’utenza e delle imprese, migliorando nel contempo la qualità ambientale (leggi anche La mobilità sostenibile nelle aree urbane. L’attività del Ministero dell’ambiente).
La Commissione europea nel 2009 ha adottato il Piano d’azione sulla mobilità urbana, a sostegno delle autorità locali per sviluppare il PGUS. Sul sito www.mobilityplans.eu sono disponibili le linee guida  della Commissione Europea per sviluppare il PGUS, mentre sul sito ufficiale EMW sono riportate le Best Practice Guide di EMW 2012 e i casi studio attuati da alcune città europee durante il 2011.

giovedì 9 agosto 2012

Storie di ordinaria mobilità


Auto, scooter, bici e stazioni di ricarica: muoversi con mezzi elettrici ormai si può. Le strategie di alcune neonate aziende che ci fanno sognare

Storie di ordinaria mobilità
Si fa un gran parlare di mobilità sostenibile ma in pratica in Italia non si vedono effetti pratici in termini di sviluppo di mezzi “ecologicamente corretti”. Eppure, come ha rilevato il Terzo Osservatorio Deloitte dell’Auto Elettrica, se si sostituissero 100 mila veicoli a combustione con altrettanti mezzi elettrici si ridurrebbe il particolato annuo del 70-90% e di circa 350-400 tonnellate il monossido di azoto. È pur vero, come segnala lo stesso osservatorio, che più della metà degli italiani sono interessati a prenderne in considerazione l’acquisto consentendo, oltre ai benefici ambientali, anche un risparmio di circa l’85% dei costi di alimentazione. Per ora, a livello di incentivi, alla Camera è arrivata una proposta per attuare un bonus da 5.000 euro sull’acquisto di un’auto elettrica. In Europa già diversi Paesi hanno già messo in pratica tale misura e, in diversi casi, con tariffe ben più generose. Anche per questo il mercato dell’auto non decolla come dimostra il fatto che nel 2011 si sono vendute in Italia meno di 300 auto elettriche su un totale di circa 1.750.000 immatricolazioni. Tuttavia le realtà produttive che hanno puntato sulla mobilità alternativa ci sono e stanno crescendo: alcune di queste aziende, presenti a Klima Mobility, hanno storie davvero interessanti. Scopriamole insieme.

Su 4 ruote

Ha fornito per prima delle auto elettriche a Polizia, Carabinieri e Polizia Locale, in ogni parte d’Italia: si chiama Movitron, ed è un’azienda varesina che dal 2008 produce auto elettriche small e smart. Sono mini “auto intelligenti”, come si legge anche nel sito web dell’azienda: si guida con il patentino del motorino e non si paga il bollo. L’assicurazione RCA costa meno di 90 euro; sono in grado di percorrere fino a 80 chilometri con un pieno; si ricaricano in 4 ore con solo 50 centesimi.
Spiega Carlo Muraro, uno dei fondatori e titolare, insieme agli altri suoi fratelli: “abbiamo presentato il nostro veicolo al salone dell’auto di Parigi del 2008, prima azienda in assoluto a portare in una manifestazione di settore un’auto elettrica già omologata e vendibile e non solo un prototipo”. Da quell’anno la Movitron ne ha fatta di strada fornendo auto alle forze dell’Ordine: in Sardegna alla Polizia locale, a Matera alla Polizia di Stato e in Friuli ai Carabinieri. I presupposti per crescere ci sono perché il mezzo in sé, spiega sempre Muraro, “non va in diretta competizione con l’automobile, ma si pone come via di mezzo tra i ciclomotori e le auto vere e proprie”. Inoltre è un’alternativa praticabile e un mezzo ideale per le grandi città dove le zone a traffico limitato e temi come il car sharing sono sempre più di attualità. Per questo Movitron pensa di crescere nel futuro: “a fronte di una produzione di qualche centinaio di esemplari contiamo di arrivare a qualche migliaio”, prevede il titolare, che sottolinea il crescente interesse di mercati internazionali. Non solo europei, dove già Movitron è arrivata (Francia, Spagna e Olanda, per esempio) ma anche “Stati Uniti e in Cina, dove sono avviati già dei contatti”.

Su 2 ruote

Ancor più recente è la storia di Motorini Zanini, azienda bresciana nata per promuovere unicamente scooter elettrici. Una realtà giovane, nata dalla volontà imprenditoriale di Riccardo Zanini che ha saputo cogliere una richiesta sempre più forte dal mercato: contare su un’offerta di motorini e scooter elettrici. E così, insieme a una società di comunicazione che ha creduto subito alle potenzialità e alla tenacia dell’imprenditore, si è lanciato in questa nuova impresa. Ha percorso a ritroso la strada che vede di solito le aziende cinesi “ispirarsi” alle idee italiane: ha studiato quanto offriva il mercato della Repubblica popolare e ha avviato una collaborazione con un’importante società avviando di fatto una linea per l’Italia. Ma il sogno resta un altro: “ideare e realizzare un modello 100% made in Italy”, fa sapere Riccardo Zanini. E così, dalla collaborazione con una società di engineering attiva anche per il gruppo Fiat e un’azienda di stampaggio di materie plastiche, è arrivato oggi a un progetto, per ora top secret, che verrà presto lanciato sul mercato italiano. Sul sito internet aziendale intanto campeggiano i motivi che possono spingere all’acquisto di un motorino elettrico: nessun costo di manutenzione e tagliando, garanzia totale per 24 mesi; riduzione del 50% assicurazione RCA e bollo gratis. Ultimo vantaggio ma non certo per importanza: non consuma benzina ma gli basta una ricarica di poche ore a qualsiasi presa di corrente con una spesa decisamente contenuta. Questi vantaggi sembrano sempre più attraenti, come testimonia lo stesso Zanini: “in un anno e mezzo di vita aziendale, i riscontri sono decisamente positivi e confortanti. Il che ci conferma che quello elettrico è davvero il veicolo del futuro”.

Bici elettriche

Questo segmento di mercato è giovane e spesso presenta prodotti non all’altezza del design internazionale. Ma ci sono delle eccezioni. Abbiamo scovato un’azienda altoatesina, la PimpGarage, che ha avuto un’idea realmente originale: creare una linea di modelli che arrivassero a contemplare bici da corsa e mountain bike. Non solo: come spiega il titolare dell’azienda, Franz Viehweider, c’è la possibilità di modificare qualsiasi esemplare anche se non nato originariamente come elettrico in tale. Il principio è tanto semplice quanto geniale: inserire il motore elettrico compatto all’interno del mozzo della ruota anteriore o posteriore, a seconda del modello. La batteria poi viene inserita nel vano borraccia, nel sottosella o addirittura celata nelle borse laterali alla ruota posteriore. Il risultato? Soluzioni leggere (la bici da corsa arriva a 10 chilogrammi, ossia poco più di un modello tradizionale) e funzionali, oltre che esteticamente piacevoli. “Il ciclista ha a disposizione 6 diverse opzioni di assistenza, più o meno sensibile, a seconda di quanto voglia essere assistito”, fanno sapere dall’azienda. E così dal 2008 quella che prima era una società impegnata in tutt’altro settore è divenuta a tutti gli effetti un rivenditore di bici e accessori specifici. Tornando al “cuore” elettrico, dalla potenza e dall’autonomia variabili da modello e utilizzo, esso richiede una ricarica completa, a fine utilizzo, di 5 ore per una spesa di 20 centesimi. Già diversi clienti di PimpGarage hanno scelto di acquistare una bici elettrica per recarsi al lavoro, sostituendola all’auto con risparmio economico e benefici per la salute.

Stazioni di ricarica

Arriviamo all’anello fondamentale della catena della mobilità elettrica. C’è chi ha pensato di costruire le stazioni di ricarica in modo che siano davvero un’alternativa “pulita” alle infrastrutture tradizionali: è il gruppo Soleg, che ha realizzato un’infrastruttura che genera energia grazie ai moduli fotovoltaici di cui è costituita. L’idea è piaciuta tanto che l’azienda è stata coinvolta nel progetto E-Wald, condotto dallo Stato federale della Baviera, in Germania. “Abbiamo ideato un sistema che permette al turista in visita alla foresta bavarese di noleggiare un’auto elettrica – spiega Christian Plich, amministratore delegato di Soleg-Italia –. Grazie alla sinergia tra aziende di vari settori abbiamo studiato un software dedicato: permette di trovare la stazione più vicina per ricaricare la vettura senza fare code. E visto che per la ricarica occorre qualche ora, il vantaggio di sapere preventivamente dove recarsi è davvero notevole”. Soleg sta portando avanti anche in Italia le sue soluzioni per la mobilità elettrica: “in generale abbiamo tutto ciò che serve per sostenere questo nuovo modello di mobilità – spiega ancora Plich –. Il mercato è in crescita e in continuo divenire tanto che prevediamo uno sviluppo sensibile dell’utilizzo di questo tipo di mobilità nei prossimi 10 anni”. E Soleg ci crede tanto che anche per gli spostamenti di lavoro di medio raggio dei suoi addetti ha acquistato un’auto e uno scooter elettrici. Inoltre sta sviluppando anche tecnologie per l’eolico, “è per offrire soluzioni rinnovabili a 360 gradi”, conclude Plich.

sabato 28 luglio 2012

Segnala la tua vacanza su due ruote - Repubblica.it

"Più lento di un'auto, più veloce del camminare, quasi sempre più alto di una persona. Un punto di osservazione privilegiato sul mondo". E un modo affascinante per viaggiare, fare lunghe passeggiate, visitare paesi e città. Raccontateci le vostre esperienze, inviateci le vostre foto e i vostri video. Su twitter #biciestate
da Repubblica.it

giovedì 1 marzo 2012

Presentazione "Provincia di Macerata in bici"



La Provincia di Macerata è un territorio da scoprire. Nonostante l’impegno profuso e i buoni risultati conseguiti, le nostre terre rimangono per intima vocazione luoghi difficili da far conoscere. Può essere d’aiuto lo strumento di viaggio: le circostanze sono favorevoli, la bicicletta sta tornando ad essere “di moda”. I ciclisti e i cicloturisti sono diventati abbastanza numerosi da configurare l’esistenza di un mercato.  La questione dello sviluppo sostenibile ha imposto inoltre a tutti riflessioni serrate rispetto alle quali l’andare in bicicletta, anche per fare turismo, diventa inaspettatamente paradigma di modernità. Le motivazioni ideali e pratiche del cicloturista appaiono inoltre consone ad un territorio come quello maceratese, nel quale la capillare distribuzione delle risorse ambientali e culturali e la loro eterogeneità possono essere vissute nel migliore dei modi dalla prospettiva offerta dal sellino di una bicicletta.

È partendo da queste premesse che le associazioni maceratesi Alter Eco, Gruca e Ciclo Stile hanno realizzato, con il contributo della Camera di Commercio di Macerata e del Comune di Porto Recanati, la prima guida cicloturistica della Provincia di Macerata.
La guida sarà presentata al pubblico martedì 13 marzo alle ore 11:30 presso la sala consiliare della Camera di Commercio di Macerata in via Tommaso Lauri 7 a Macerata.

La guida è stata realizzata dalla Cooperativa Risorse di Macerata in collaborazione con le associazioni promotrici. “Provincia di Macerata in bici” ha al suo interno 9 itinerari differenziati per difficoltà ed è completa di tutte le informazioni necessarie per i cicloturisti che vorranno visitare il nostro territorio: profili altimetrici, cartine, indicazioni stradali, informazioni turistiche, note tecniche. La guida è disponibile in tre lingue: italiano, inglese e tedesco; si configura quindi, anche grazie alle splendide foto originali, come un’utile strumento per promuovere la nostra provincia al di fuori dell’Italia.

mercoledì 8 febbraio 2012

Un manifesto per salvare i ciclisti arriva in Italia l'appello del "Times"

Otto proposte di cose da fare e una petizione per mettere un freno ai continui incidenti nelle città: la campagna partita da Londra in una settimana riceve una valanga di adesioni e rimbalza in Europa. Rilanciata in Italia da siti e blogger. E intanto a Parigi... si passa col rosso




Era in prima pagina sul Times di qualche giorno fa (http://www.thetimes.co.uk/tto/public/cyclesafety/contact/), è esploso sul sito del quotidiano britannico e di lì sui social network che lo stanno rilanciando in tutta Europa. E' un appello semplice, come semplici sono quei due pedali che muovono una bicicletta e per i quali questa petizione si batte: "Salviamo i ciclisti". In sostanza: fermiamo il rosario di incidenti, spesso mortali, del quale sono testimoni le strade delle nostre città. Le decine di migliaia di adesioni che continuano ad arrivare (e il risalto che sui media inglesi stanno avendo) iniziano ad avere effetto.

Ed è arrivato anche in Italia, rilanciato da decine di blogger e di siti dedicati al mondo delle due ruote (senza motore). E che chiedono ai media italiani di seguire l'esempio del Times Anche perché il dato che ha scosso l'opinione pubblica inglese - "negli ultimi 10 anni sono rimasti uccisi 1.257 ciclisti - in Italia drammaticamente raddoppia: nello stesso periodo nel nostro paese sono state 2.556 le vittime di incidenti che hanno coinvolto i ciclisti. 

Che fare? Costringere i governi a svegliarsi dal torpore, certo. Ma a questo primo obiettivo la campagna ne unisce un altro: otto proposte minime per accrescere la sicurezza delle biciclette nelle città. Sono la "piattaforma" con cui il Times incalza le autorità inglesi. Rilanciamola in Italia. Eccola

1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote.
2. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati , ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.
3. Dovrà essere condotto un'indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.
4. Il 2% del budget dell'ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.
5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.
6. 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
7. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays
8. Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme.
Utopia? Solo per citare una decisione di questi giorni, riportata nel blog di Repubblica.it 2050: Il Comune di Parigi ha appena varato infatti un decreto che autorizza i ciclisti a passare impunemente con il rosso. Il provvedimento è frutto di una mobilitazione popolare e viene motivato non solo con la volontà di privilegiare e incentivare l’utilizzo della bici in città, ma anche con la convinzione che si tratta di una norma in grado di ridurre il numero di incidenti. Non è poco...