mercoledì 8 febbraio 2012

Un manifesto per salvare i ciclisti arriva in Italia l'appello del "Times"

Otto proposte di cose da fare e una petizione per mettere un freno ai continui incidenti nelle città: la campagna partita da Londra in una settimana riceve una valanga di adesioni e rimbalza in Europa. Rilanciata in Italia da siti e blogger. E intanto a Parigi... si passa col rosso




Era in prima pagina sul Times di qualche giorno fa (http://www.thetimes.co.uk/tto/public/cyclesafety/contact/), è esploso sul sito del quotidiano britannico e di lì sui social network che lo stanno rilanciando in tutta Europa. E' un appello semplice, come semplici sono quei due pedali che muovono una bicicletta e per i quali questa petizione si batte: "Salviamo i ciclisti". In sostanza: fermiamo il rosario di incidenti, spesso mortali, del quale sono testimoni le strade delle nostre città. Le decine di migliaia di adesioni che continuano ad arrivare (e il risalto che sui media inglesi stanno avendo) iniziano ad avere effetto.

Ed è arrivato anche in Italia, rilanciato da decine di blogger e di siti dedicati al mondo delle due ruote (senza motore). E che chiedono ai media italiani di seguire l'esempio del Times Anche perché il dato che ha scosso l'opinione pubblica inglese - "negli ultimi 10 anni sono rimasti uccisi 1.257 ciclisti - in Italia drammaticamente raddoppia: nello stesso periodo nel nostro paese sono state 2.556 le vittime di incidenti che hanno coinvolto i ciclisti. 

Che fare? Costringere i governi a svegliarsi dal torpore, certo. Ma a questo primo obiettivo la campagna ne unisce un altro: otto proposte minime per accrescere la sicurezza delle biciclette nelle città. Sono la "piattaforma" con cui il Times incalza le autorità inglesi. Rilanciamola in Italia. Eccola

1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote.
2. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati , ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.
3. Dovrà essere condotto un'indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.
4. Il 2% del budget dell'ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.
5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.
6. 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
7. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays
8. Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme.
Utopia? Solo per citare una decisione di questi giorni, riportata nel blog di Repubblica.it 2050: Il Comune di Parigi ha appena varato infatti un decreto che autorizza i ciclisti a passare impunemente con il rosso. Il provvedimento è frutto di una mobilitazione popolare e viene motivato non solo con la volontà di privilegiare e incentivare l’utilizzo della bici in città, ma anche con la convinzione che si tratta di una norma in grado di ridurre il numero di incidenti. Non è poco...