mercoledì 1 aprile 2015

Obsolescenza programmata - COOL TO REUSE

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Se siamo bravi a fare una cosa, è quella di produrre sempre più immondizia. Il “produrre di meno, riusare di più” sul quale scrivevo nello scorso post, include anche l’idea di allungare la vita delle nostre merci. Tuttavia, c’è un fenomeno che va contro questa idea, ed è quello dell’obsolescenza programmata: definire la durata di un prodotto già nella fase di design, in modo da rendere la sua vita utile limitata ad un periodo prefissato. Dopo un certo tempo di uso, il prodotto diventa inservibile. Questa idea è nata nel 1932 con lo scopo di lottare contro la grande depressione, dando una spinta al consumismo.

Il prodotto più rappresentativo di questo fenomeno dell’obsolescenza programmata è la lampadina. Già all’inizio del 900 si portò una standardizzazione nella sua produzione al fine di garantire una vita utile dell'apparecchio per un intervallo intorno alle 1.000 ore. Invece, esiste una lampadina fatta prima dell’invenzione dell’obsolescenza pianificata, che sta accesa da più di 100 anni.



Il più grande problema legato a questo, è la produzione incontrollata di rifiuti che ci annegano. Oggi, la pianificazione della “morte” di un prodotto colpisce soprattutto prodotti elettronici. Questi ultimi sono rifiuti particolarmente difficili da smaltire, e i paesi ricchi risolvono la questione con l'esportazione di questi rifiuti in Africa, mascherati come prodotti di seconda mano.
Questo documentario di Cosima Dannoritzer aspiega l’obsolescenza programata e i problemi legati a essa.