sabato 1 dicembre 2012

COOL TO REUSE - Notizie sul riciclo

Esposizione a Madrid

UpCycling, l'esposizione dove si potranno vedere le foto dei vincitori e dei finalisti della seconda edizione del concorso di fotografia sul riciclaggio che hanno organizzato Ecoembes, EFTI y Ecoalf. 
Si potrà visitare fino al 4 dicembre nella sala di esposizione della scuola di Fotografia EFTI, in via Fuenterrabía a Madrid (nelle vicinanze del quartiere Atocha). In seguito la mostra verrà allestita in varie città spagnole.



Concorso sul riciclaggio


EcoVidrio, l’ente senza scopo di lucro incaricato della gestione del riciclaggio del vetro in spagna ha promulgato il XV Premio Giornalistico, che ha come obiettivo promuovere e premiare la divulgazione di valori inerenti la sostenibilità ambientale e il riciclo.



Volontari 2015 nei parchi nazionali spagnoli

La ONG Ecologistas en Acción ha aperto le iscrizioni per partecipare ai campi di lavoro 2015 in questi parchi naturali: Monfragüe, dal 9 al 15 aprile (sei volontari); Cabañeros, dal 20 al 26 aprile (sei volontari); Doñana, dal 22 al 28 luglio (dieci volontari). 

Fra le attività previste per i volontari ci sono: l’eliminazione di specie invasive, la riforestazione con piante autoctone ed un censo della fauna presente in ogni parco.




Foto: Carolina Fernández. Primo premio del concorso di fotografia sul riciclo.

martedì 11 settembre 2012

Settimana europea della Mobilità sostenibile - 16/22 settembre 2012



Partirà domenica prossima, 16 settembre 2012, l’iniziativa della Commissione europea per incentivare la Mobilità sostenibile nelle principali città del Vecchio Continente. La settimana della Mobilità sostenibile, che durerà fino a sabato 22 settembre 2012, punta a di incoraggiare i cittadini all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto privata per gli spostamenti quotidiani: a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici.
Molti i benefici che deriverebbero da un utilizzo meno intenso delle automobili: oltre a ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’inquinamento acustico e la congestione, aumenterebbe il benessere fisico e mentale di tutti.
Quest’anno l’argomento scelto dalla Comunità europea per la settimana della Mobilità sostenibile è Muovendosi verso la giusta direzione, che intende evidenziare il ruolo della pianificazione integrata per la realizzazione di un’efficace sistema di mobilità sostenibile in ambito urbano.
I Piani di mobilità urbana sostenibile (PGUS) sono lo strumento  per definire un sistema di misure correlate in grado di soddisfare le esigenze dell’utenza e delle imprese, migliorando nel contempo la qualità ambientale (leggi anche La mobilità sostenibile nelle aree urbane. L’attività del Ministero dell’ambiente).
La Commissione europea nel 2009 ha adottato il Piano d’azione sulla mobilità urbana, a sostegno delle autorità locali per sviluppare il PGUS. Sul sito www.mobilityplans.eu sono disponibili le linee guida  della Commissione Europea per sviluppare il PGUS, mentre sul sito ufficiale EMW sono riportate le Best Practice Guide di EMW 2012 e i casi studio attuati da alcune città europee durante il 2011.

giovedì 9 agosto 2012

Storie di ordinaria mobilità


Auto, scooter, bici e stazioni di ricarica: muoversi con mezzi elettrici ormai si può. Le strategie di alcune neonate aziende che ci fanno sognare

Storie di ordinaria mobilità
Si fa un gran parlare di mobilità sostenibile ma in pratica in Italia non si vedono effetti pratici in termini di sviluppo di mezzi “ecologicamente corretti”. Eppure, come ha rilevato il Terzo Osservatorio Deloitte dell’Auto Elettrica, se si sostituissero 100 mila veicoli a combustione con altrettanti mezzi elettrici si ridurrebbe il particolato annuo del 70-90% e di circa 350-400 tonnellate il monossido di azoto. È pur vero, come segnala lo stesso osservatorio, che più della metà degli italiani sono interessati a prenderne in considerazione l’acquisto consentendo, oltre ai benefici ambientali, anche un risparmio di circa l’85% dei costi di alimentazione. Per ora, a livello di incentivi, alla Camera è arrivata una proposta per attuare un bonus da 5.000 euro sull’acquisto di un’auto elettrica. In Europa già diversi Paesi hanno già messo in pratica tale misura e, in diversi casi, con tariffe ben più generose. Anche per questo il mercato dell’auto non decolla come dimostra il fatto che nel 2011 si sono vendute in Italia meno di 300 auto elettriche su un totale di circa 1.750.000 immatricolazioni. Tuttavia le realtà produttive che hanno puntato sulla mobilità alternativa ci sono e stanno crescendo: alcune di queste aziende, presenti a Klima Mobility, hanno storie davvero interessanti. Scopriamole insieme.

Su 4 ruote

Ha fornito per prima delle auto elettriche a Polizia, Carabinieri e Polizia Locale, in ogni parte d’Italia: si chiama Movitron, ed è un’azienda varesina che dal 2008 produce auto elettriche small e smart. Sono mini “auto intelligenti”, come si legge anche nel sito web dell’azienda: si guida con il patentino del motorino e non si paga il bollo. L’assicurazione RCA costa meno di 90 euro; sono in grado di percorrere fino a 80 chilometri con un pieno; si ricaricano in 4 ore con solo 50 centesimi.
Spiega Carlo Muraro, uno dei fondatori e titolare, insieme agli altri suoi fratelli: “abbiamo presentato il nostro veicolo al salone dell’auto di Parigi del 2008, prima azienda in assoluto a portare in una manifestazione di settore un’auto elettrica già omologata e vendibile e non solo un prototipo”. Da quell’anno la Movitron ne ha fatta di strada fornendo auto alle forze dell’Ordine: in Sardegna alla Polizia locale, a Matera alla Polizia di Stato e in Friuli ai Carabinieri. I presupposti per crescere ci sono perché il mezzo in sé, spiega sempre Muraro, “non va in diretta competizione con l’automobile, ma si pone come via di mezzo tra i ciclomotori e le auto vere e proprie”. Inoltre è un’alternativa praticabile e un mezzo ideale per le grandi città dove le zone a traffico limitato e temi come il car sharing sono sempre più di attualità. Per questo Movitron pensa di crescere nel futuro: “a fronte di una produzione di qualche centinaio di esemplari contiamo di arrivare a qualche migliaio”, prevede il titolare, che sottolinea il crescente interesse di mercati internazionali. Non solo europei, dove già Movitron è arrivata (Francia, Spagna e Olanda, per esempio) ma anche “Stati Uniti e in Cina, dove sono avviati già dei contatti”.

Su 2 ruote

Ancor più recente è la storia di Motorini Zanini, azienda bresciana nata per promuovere unicamente scooter elettrici. Una realtà giovane, nata dalla volontà imprenditoriale di Riccardo Zanini che ha saputo cogliere una richiesta sempre più forte dal mercato: contare su un’offerta di motorini e scooter elettrici. E così, insieme a una società di comunicazione che ha creduto subito alle potenzialità e alla tenacia dell’imprenditore, si è lanciato in questa nuova impresa. Ha percorso a ritroso la strada che vede di solito le aziende cinesi “ispirarsi” alle idee italiane: ha studiato quanto offriva il mercato della Repubblica popolare e ha avviato una collaborazione con un’importante società avviando di fatto una linea per l’Italia. Ma il sogno resta un altro: “ideare e realizzare un modello 100% made in Italy”, fa sapere Riccardo Zanini. E così, dalla collaborazione con una società di engineering attiva anche per il gruppo Fiat e un’azienda di stampaggio di materie plastiche, è arrivato oggi a un progetto, per ora top secret, che verrà presto lanciato sul mercato italiano. Sul sito internet aziendale intanto campeggiano i motivi che possono spingere all’acquisto di un motorino elettrico: nessun costo di manutenzione e tagliando, garanzia totale per 24 mesi; riduzione del 50% assicurazione RCA e bollo gratis. Ultimo vantaggio ma non certo per importanza: non consuma benzina ma gli basta una ricarica di poche ore a qualsiasi presa di corrente con una spesa decisamente contenuta. Questi vantaggi sembrano sempre più attraenti, come testimonia lo stesso Zanini: “in un anno e mezzo di vita aziendale, i riscontri sono decisamente positivi e confortanti. Il che ci conferma che quello elettrico è davvero il veicolo del futuro”.

Bici elettriche

Questo segmento di mercato è giovane e spesso presenta prodotti non all’altezza del design internazionale. Ma ci sono delle eccezioni. Abbiamo scovato un’azienda altoatesina, la PimpGarage, che ha avuto un’idea realmente originale: creare una linea di modelli che arrivassero a contemplare bici da corsa e mountain bike. Non solo: come spiega il titolare dell’azienda, Franz Viehweider, c’è la possibilità di modificare qualsiasi esemplare anche se non nato originariamente come elettrico in tale. Il principio è tanto semplice quanto geniale: inserire il motore elettrico compatto all’interno del mozzo della ruota anteriore o posteriore, a seconda del modello. La batteria poi viene inserita nel vano borraccia, nel sottosella o addirittura celata nelle borse laterali alla ruota posteriore. Il risultato? Soluzioni leggere (la bici da corsa arriva a 10 chilogrammi, ossia poco più di un modello tradizionale) e funzionali, oltre che esteticamente piacevoli. “Il ciclista ha a disposizione 6 diverse opzioni di assistenza, più o meno sensibile, a seconda di quanto voglia essere assistito”, fanno sapere dall’azienda. E così dal 2008 quella che prima era una società impegnata in tutt’altro settore è divenuta a tutti gli effetti un rivenditore di bici e accessori specifici. Tornando al “cuore” elettrico, dalla potenza e dall’autonomia variabili da modello e utilizzo, esso richiede una ricarica completa, a fine utilizzo, di 5 ore per una spesa di 20 centesimi. Già diversi clienti di PimpGarage hanno scelto di acquistare una bici elettrica per recarsi al lavoro, sostituendola all’auto con risparmio economico e benefici per la salute.

Stazioni di ricarica

Arriviamo all’anello fondamentale della catena della mobilità elettrica. C’è chi ha pensato di costruire le stazioni di ricarica in modo che siano davvero un’alternativa “pulita” alle infrastrutture tradizionali: è il gruppo Soleg, che ha realizzato un’infrastruttura che genera energia grazie ai moduli fotovoltaici di cui è costituita. L’idea è piaciuta tanto che l’azienda è stata coinvolta nel progetto E-Wald, condotto dallo Stato federale della Baviera, in Germania. “Abbiamo ideato un sistema che permette al turista in visita alla foresta bavarese di noleggiare un’auto elettrica – spiega Christian Plich, amministratore delegato di Soleg-Italia –. Grazie alla sinergia tra aziende di vari settori abbiamo studiato un software dedicato: permette di trovare la stazione più vicina per ricaricare la vettura senza fare code. E visto che per la ricarica occorre qualche ora, il vantaggio di sapere preventivamente dove recarsi è davvero notevole”. Soleg sta portando avanti anche in Italia le sue soluzioni per la mobilità elettrica: “in generale abbiamo tutto ciò che serve per sostenere questo nuovo modello di mobilità – spiega ancora Plich –. Il mercato è in crescita e in continuo divenire tanto che prevediamo uno sviluppo sensibile dell’utilizzo di questo tipo di mobilità nei prossimi 10 anni”. E Soleg ci crede tanto che anche per gli spostamenti di lavoro di medio raggio dei suoi addetti ha acquistato un’auto e uno scooter elettrici. Inoltre sta sviluppando anche tecnologie per l’eolico, “è per offrire soluzioni rinnovabili a 360 gradi”, conclude Plich.

sabato 28 luglio 2012

Segnala la tua vacanza su due ruote - Repubblica.it

"Più lento di un'auto, più veloce del camminare, quasi sempre più alto di una persona. Un punto di osservazione privilegiato sul mondo". E un modo affascinante per viaggiare, fare lunghe passeggiate, visitare paesi e città. Raccontateci le vostre esperienze, inviateci le vostre foto e i vostri video. Su twitter #biciestate
da Repubblica.it

giovedì 1 marzo 2012

Presentazione "Provincia di Macerata in bici"



La Provincia di Macerata è un territorio da scoprire. Nonostante l’impegno profuso e i buoni risultati conseguiti, le nostre terre rimangono per intima vocazione luoghi difficili da far conoscere. Può essere d’aiuto lo strumento di viaggio: le circostanze sono favorevoli, la bicicletta sta tornando ad essere “di moda”. I ciclisti e i cicloturisti sono diventati abbastanza numerosi da configurare l’esistenza di un mercato.  La questione dello sviluppo sostenibile ha imposto inoltre a tutti riflessioni serrate rispetto alle quali l’andare in bicicletta, anche per fare turismo, diventa inaspettatamente paradigma di modernità. Le motivazioni ideali e pratiche del cicloturista appaiono inoltre consone ad un territorio come quello maceratese, nel quale la capillare distribuzione delle risorse ambientali e culturali e la loro eterogeneità possono essere vissute nel migliore dei modi dalla prospettiva offerta dal sellino di una bicicletta.

È partendo da queste premesse che le associazioni maceratesi Alter Eco, Gruca e Ciclo Stile hanno realizzato, con il contributo della Camera di Commercio di Macerata e del Comune di Porto Recanati, la prima guida cicloturistica della Provincia di Macerata.
La guida sarà presentata al pubblico martedì 13 marzo alle ore 11:30 presso la sala consiliare della Camera di Commercio di Macerata in via Tommaso Lauri 7 a Macerata.

La guida è stata realizzata dalla Cooperativa Risorse di Macerata in collaborazione con le associazioni promotrici. “Provincia di Macerata in bici” ha al suo interno 9 itinerari differenziati per difficoltà ed è completa di tutte le informazioni necessarie per i cicloturisti che vorranno visitare il nostro territorio: profili altimetrici, cartine, indicazioni stradali, informazioni turistiche, note tecniche. La guida è disponibile in tre lingue: italiano, inglese e tedesco; si configura quindi, anche grazie alle splendide foto originali, come un’utile strumento per promuovere la nostra provincia al di fuori dell’Italia.

mercoledì 8 febbraio 2012

Un manifesto per salvare i ciclisti arriva in Italia l'appello del "Times"

Otto proposte di cose da fare e una petizione per mettere un freno ai continui incidenti nelle città: la campagna partita da Londra in una settimana riceve una valanga di adesioni e rimbalza in Europa. Rilanciata in Italia da siti e blogger. E intanto a Parigi... si passa col rosso




Era in prima pagina sul Times di qualche giorno fa (http://www.thetimes.co.uk/tto/public/cyclesafety/contact/), è esploso sul sito del quotidiano britannico e di lì sui social network che lo stanno rilanciando in tutta Europa. E' un appello semplice, come semplici sono quei due pedali che muovono una bicicletta e per i quali questa petizione si batte: "Salviamo i ciclisti". In sostanza: fermiamo il rosario di incidenti, spesso mortali, del quale sono testimoni le strade delle nostre città. Le decine di migliaia di adesioni che continuano ad arrivare (e il risalto che sui media inglesi stanno avendo) iniziano ad avere effetto.

Ed è arrivato anche in Italia, rilanciato da decine di blogger e di siti dedicati al mondo delle due ruote (senza motore). E che chiedono ai media italiani di seguire l'esempio del Times Anche perché il dato che ha scosso l'opinione pubblica inglese - "negli ultimi 10 anni sono rimasti uccisi 1.257 ciclisti - in Italia drammaticamente raddoppia: nello stesso periodo nel nostro paese sono state 2.556 le vittime di incidenti che hanno coinvolto i ciclisti. 

Che fare? Costringere i governi a svegliarsi dal torpore, certo. Ma a questo primo obiettivo la campagna ne unisce un altro: otto proposte minime per accrescere la sicurezza delle biciclette nelle città. Sono la "piattaforma" con cui il Times incalza le autorità inglesi. Rilanciamola in Italia. Eccola

1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge, essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le ruote.
2. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati , ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.
3. Dovrà essere condotto un'indagine nazionale per determinare quante persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.
4. Il 2% del budget dell'ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste ciclabili di nuova generazione.
5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.
6. 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
7. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays
8. Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per promuovere le riforme.
Utopia? Solo per citare una decisione di questi giorni, riportata nel blog di Repubblica.it 2050: Il Comune di Parigi ha appena varato infatti un decreto che autorizza i ciclisti a passare impunemente con il rosso. Il provvedimento è frutto di una mobilitazione popolare e viene motivato non solo con la volontà di privilegiare e incentivare l’utilizzo della bici in città, ma anche con la convinzione che si tratta di una norma in grado di ridurre il numero di incidenti. Non è poco...

giovedì 15 dicembre 2011

SUFFICIENTI 5 KM AL GIORNO IN BICI AL POSTO DELL'AUTO O DEL BUS

Diminuire le emissioni di CO2?
Incentivare l'uso della bici è più semplice ed economico delle campagne per diffondere l’auto elettrica

MILANO - Il 60 per cento in meno delle emissioni di CO2 non è un miraggio. Se tutti gli europei pedalassero quanto i danesi, nel 2050 potremmo più che dimezzare l’impatto dei trasporti urbani raggiungendo così l’obiettivo previsto dall’Unione europea. La stima arriva da un rapporto dell’European Cyclists’ Federation, federazione europea dei ciclisti, cui aderisce anche l’italiana Fiab (Federazione amici della bicicletta). Dati alla mano, si osserva infatti come in questi anni le emissioni inquinanti prodotte dai trasporti locali siano aumentate del 36 per cento. Tuttavia se ogni cittadino percorresse almeno 5 chilometri al giorno in bicicletta piuttosto che con l’automobile o l’autobus si «risparmierebbero» tra 33 e 72 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Senza contare i benefici per la salute e per l’organismo.

CONVENIENZA - Importante, secondo gli autori dello studio, sarebbe dunque portare avanti interventi e campagne che modifichino il comportamento di chi si deve spostare in città. «Convincere la gente a usare la bicicletta è più semplice ed economico rispetto alle campagne portate avanti per incentivare l’uso dell’auto elettrica», ha spiegato Benoit Blondel, ricercatore della European Cyclists’ Federation. Il motivo? Di facile intuizione. «È più conveniente acquistare una bicicletta che un’automobile».

IL MODELLO DANESE - Lo studio ha scelto come esempio virtuoso la Danimarca. Attualmente si calcola che a Copenaghen il 36 per cento degli abitanti (oltre 180 mila persone) utilizzi le due ruote per recarsi al lavoro o a scuola, e si prevede che questa cifra possa arrivare fino al 50% entro il 2015 «Ma non dobbiamo dimenticare gli olandesi, perché sarebbe scorretto affermare che non sono entusiasti ciclisti», ha sottolineato Chloe Mispelon, altro autore della ricerca.

AMSTERDAM - Non a caso Amsterdam è famosa in tutto il mondo per i suoi 400 chilometri di piste ciclabili, che rendono facile e quasi naturale preferire le due ruote al Suv. E, ancora, il municipio della città olandese, oltre a perseverare nella promozione della mobilità su due ruote, ha lanciato un programma di incentivi per azzerare entro il 2050 la circolazione delle auto con motore a combustione interna. Risultato, sono stati stanziati 9 milioni di euro per l’anno prossimo per sovvenzionare l’acquisto di auto elettriche aziendali ed è stato previsto di portare entro il 2013 le colonnine per la ricarica a più di mille in tutta la città.

LA BICI DEGLI ITALIANI È IN GARAGE - E l’Italia? Secondo le ultime statistiche, agli italiani la bici piace: ne possediamo 30 milioni e siamo sesti nel mondo dopo Cina, Usa, Giappone, Germania e India. Ma la teniamo soprattutto in garage e usiamo nel fine settimana o per gite nel parco. Per andare al lavoro, accompagnare i figli a scuola o andare a fare la spesa, il mezzo preferito resta sempre l'automobile, di cui abbiamo una delle concentrazioni più alte al mondo: più di 600 auto per mille abitanti, quando la media europea è di 463. Colpa delle infrastrutture che mancano? Certo, piste ciclabili che non esistono o funzionano male, bike sharing ancora agli albori e scarsa cultura ambientalista non aiutano. Ma in realtà, se andiamo a esaminare il totale delle piste ciclabili, vediamo che dal 2000 al 2010 i chilometri totali sono triplicati. Con il risultato però che gli spostamenti urbani in bicicletta riguardano sempre la stessa percentuale di persone: un misero 3,8 per cento.

L’AUTO ELETTRICA NON CONVINCE – Non cambia la musica nemmeno se si analizzano i dati di vendita delle auto elettriche. Gli italiani restano tra i cittadini europei quelli meno propensi ad acquistarle. Se si considerano le statistiche relative a tutto il Vecchio Continente si nota subito che rispetto al 2010 quest'anno in generale c'è stato un significativo aumento delle vendite. Il Paese che ha il maggior numero di acquirenti di auto elettriche è la Germania, dove negli ultimi sei mesi sono stati immatricolati 1.020 veicoli di questo tipo, nonostante un'agevolazione di soli 380 euro. Il paradosso sta invece in Danimarca, dove l'aiuto per ogni veicolo è più sostanzioso rispetto a quello tedesco. Ma durante l’anno sono state vendute solo 283 modelli elettrici. In Italia, infine, in attesa di capire a quanto ammonteranno le agevolazioni per l’anno prossimo, la cifra è ancora più bassa, con solo 103 vetture elettriche immatricolate nel 2011. Un misero 0,01 per cento rispetto al totale del mercato automobilistico dell’intero Stivale. A dimostrazione che la strada da fare, su due o quattro ruote che siano, è ancora lunghissima.


lunedì 5 dicembre 2011

PERCORSO CICLOPEDONALE "VIA DELLE ABBAZIE"

Grazie agli amici dell'associazione Ciclo Stile ed ai comuni coinvolti il percorso ciclopedonale che collega l'Abbazia di San Claudio a quella di Santa Maria a piè di Chienti è finalmente una realtà.
Ecco le prove!



lunedì 12 settembre 2011

BOOM DI BICI ELETTRICHE IN ITALIA

Vendite a quota 50 mila: possono viaggiare fino a 25 Km orari e percorrere fino a 90 km con le batterie cariche




MILANO - Un po' bici, un po' motorino: L'ibrido perfetto. I tecnici la chiamano «bicicletta a pedalata assistita». I modaioli osano «eco-bike». Per tutti, sbrigativamente, è la bici elettrica. Nome a parte, è la combinazione di forza umana ed energia elettrica. Lo scopo è alleggerire (non eliminare) le fatiche dei ciclisti cittadini. In giro se ne vedono ancora poche, ma c'è chi è pronto a scommettere sul boom.
Il motivo è intuibile: diminuiscono lo sforzo rispetto a una bicicletta tradizionale, sono facili da usare e soprattutto non richiedono assicurazioni, patente e casco. Tutte quelle cose che complicano la vita di chi acquista un ciclomotore, il concorrente diretto. Per differenziarsi da quest'ultimo, devono però rispettare alcuni limiti. Una velocità massima di 25 km/h e una potenza del motore non superiore a 250 Watt. Inoltre, la spinta meccanica può essere attivata soltanto dalla pedalata: l'acceleratore è bandito e una volta raggiunta la «velocità codice» il propulsore elettrico, che è solo un aiuto, viene disinserito automaticamente.
In Italia il fenomeno sta crescendo. «Oggi se ne vendono circa 40-50mila unità l'anno, ma cinque anni fa il mercato era praticamente a zero», spiega Massimo Panzeri dell'Atala, storico produttore di due ruote a pedali. Nel nostro Paese i marchi di punta si contano sulle dita di una mano, ma in Olanda e in Germania c'è una realtà consolidata che vale alcune centinaia di milioni di euro. Con margini quasi certi di crescita. I problemi ambientali della città faranno da volano alle vendite che già raggiungono le 150mila unità nel primo caso e sfiorano le 200mila nel secondo. Bisogna inoltre considerare lo sviluppo tecnico che ha reso più fruibile il prodotto, migliorandone anche l'estetica. I primi esemplari sembravano delle bici da lavoro, sgraziate e pesanti. I modelli di oggi sono identici alle bici totalmente muscolari, ma pesano in media 25 kg.
Le batterie, sempre più piccole, sono celate nel portapacchi; il motorino, quasi invisibile, è nascosto nel mozzo della ruota. Il resto, qualche cavo in più e un piccolo computerino sul manubrio, quasi non si vede. I modelli più costosi raggiungono i duemila euro. O sfiorano i tremila, come nel caso della nuovissima Smart ebike, in mostra addirittura nei prossimi giorni al Salone dell'auto di Francoforte. Ma anche con 900 euro è possibile acquistare un modello completo di tutto quello che serve. La discriminante tecnica sono le batterie: al piombo, quasi in disuso, ma più economiche, o al litio, più leggere ed efficienti, ma più costose. Si ricaricano attaccandole a una presa comune, tipo telefonino. In molti casi, dopo averle staccate dal supporto del telaio. L'autonomia varia da 40 a 90 km, comunque sufficienti per la città. Molti esemplari offrono un'elettronica di gestione, che controlla lo stato di carica e permette di regolare la potenza del motore, scegliendo tra modalità sportiva ed economica. Una finezza in più, per risparmiare un po' di fiato quando serve.

fonte: http://motori.corriere.it/motori/varie/11_settembre_12/lorenzi-pedalare-biciclette_ce76121c-dd1d-11e0-a93b-4b623cb85681.shtml

lunedì 20 giugno 2011

Londra, tutti al lavoro in bici Sono più degli automobilisti

Il 50% dei pendolari usa le due ruote a pedali per raggiungere la City. Sul ponte di Southwark, che attraversa il Tamigi, sono più del 42% del totale del traffico urbano. E il fenomeno riguarda anche Bristol, York e Oxford

 

LONDRA - Tutti al lavoro in bicicletta. Per la prima volta il numero di pendolari che raggiungono alcune zone del centro di Londra durante le ore di punta di massimo traffico in bici ha superato quello di coloro che fanno lo stesso viaggio in automobile. A Cheapside, una strada della City, su cui ogni mattina affluiscono banchieri, broker e impiegati della cittadella finanza, i ciclisti costituiscono ora più del 50 per cento dei pendolari. Sul ponte di Southwark, che attraversa il Tamigi, sono più del 42 per cento del totale del traffico urbano. E il fenomeno non riguarda soltanto la capitale.

In un sobborgo di Bristol, un abitante su quattro si reca al lavoro pedalando su due ruote, e in tutta la città il traffico in bici è triplicato rispetto a un decennio fa. Nella città di York i ciclisti sono aumentati del 20 per cento negli ultimi cinque anni. Nella cittadina universitaria di Cambridge, più di un quinto dell'intera popolazione si sposta regolarmente in bicicletta. La situazione è simile a Oxford e in altri centri con una larga popolazione studentesca, come testimoniano gli enormi parcheggi di biciclette nei pressi delle stazioni ferroviarie. E globalmente, in tutta la Gran Bretagna, nello spazio di quattro anni, cioè da quando sono state ampliate le vie ciclabili in molte regioni, il numero dei viaggi a lunga distanza compiuti in bici è passato da 16 milioni a 73 milioni all'anno.

Lo storico "sorpasso" in certi quartieri di Londra delle bici sulle auto come

mezzo di trasporto preferito dai pendolari, è probabilmente perfino più ampio di quanto dicano le suddette statistiche, diffuse da Transport for London, l'agenzia che sovraintende ai trasporti nella metropoli, perché le cifre diffuse nei giorni scorsi e pubblicate oggi dal Sunday Times sono state compilate prima del luglio 2010, quano il sindaco Boris Johnson ha introdotto un piano che mette a disposizione della cittadinanza 5500 biciclette a noleggio che si possono prendere e restituire in una serie di appositi parcheggi disseminati in tutta la città. L'agenzia stima che il traffico sulle corsie ciclabili sia complessivamente raddoppiato nell'ultimo anno. Cycling England, un'associazione che promuove il traffico su due ruote, calcola che qualcosa di simile stia accadendo in tutta l'Inghilterra.

La bici ha successo perché, andando al lavoro sui pedali, si fa contemporaneamente bene all'ambiente e bene alla (propria) salute. Sulla base dei nuovi dati, la "lobby dei ciclisti" - scrive il Sunday Times - intende chiedere alle autorità di aumentare ancora di più il numero delle corsie riservate esclusivamente ai ciclisti, di allargare le piste ciclabili esistenti e di ridisegnare a favore di chi va in bicicletta gli incroci con maggior traffico. Il modello dell'Olanda, dove in città come Amsterdam quasi tutti si spostano in bici, sta dunque diffondendosi con crescente successo anche nel Regno Unito.


fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2011/06/19/news/biciclette_londra-17929215/?ref=HREC2-12 

mercoledì 27 aprile 2011

Triplicano le biciclette in Italia: +9% di ciclisti abituali


Gli italiani, piano piano, per ora più al Nord che al Sud, inforcano la bicicletta per almeno 3-4 volte a settimana. Oramai a cavallo della bici ci va il 9% degli italiani, ossia 3 volte in più rispetto al 2,9% del 2001. Triplicano anche le piste ciclabili che passano da 1200 chilometri a 3230 chilometri.
Perché si usa la bicicletta? La domanda è stata rivolta per un sondaggio da Ipr marketing per Legambiente. Ebbene, il 35% sceglie la bicicletta perché fa bene alla salute; il 25% la usa per il tempo libero; per il 17% è una valida alternativa all’automobile o allo scooter; per il 16% è comoda per evitare traffico e code.
Curiosamente la bicicletta è più usata dagli anziani che non dai giovani; la usano il 18% al Nord e per 3-4 volte a settimana. Al Sud i sondaggisti ne hanno trovato solo uno. Il resto preferisce usare la macchina


Fonte - Corriere della Sera (27-04-2011; pag. 29)

martedì 26 aprile 2011

giovedì 21 aprile 2011

8 Maggio - Piccola grande Italia/Giornata nazionale della bicicletta

mercoledì 20 aprile 2011

8 Maggio - GIORNATA NAZIONALE DELLA BICICLETTA



Promossa dal Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con l’ANCI e la Federazione Ciclistica Italiana, la seconda Giornata Nazionale della Bicicletta è aperta a tutti i cittadini, i Comuni, le associazioni e i gruppi che vorranno aderire ed organizzare attività legate all’uso della bicicletta come mezzo alternativo di trasporto.

Alter Eco sta organizzando, anche nella nostra provincia, iniziative legate alla promozione della mobilità sostenibile. Quindi... stay tuned!

http://giornatadellabicicletta.minambiente.it/

martedì 19 aprile 2011

Il "Giretto d'Italia", gara tra le città che pedalano meglio (da corriere.it)

I Comuni si confrontano in una competizione per vedere chi sa muovere più bici. E i lettori scrivono le loro "tappe"

Il Giro d’Italia lo vince, ogni anno, un grande campione del ciclismo. Il Giretto d’Italia lo vincerà una grande città di ciclisti. Per conquistare il primo bisogna pedalare tanto, per vincere il secondo bisognerà essere in tanti a pedalare. Il primo Campionato nazionale della ciclabilità urbana, assegnerà infatti la maglia rosa al Comune capace di mettere più ciclisti in circolazione. A sfidarsi, il prossimo 3 maggio, saranno 27 città divise in tre gironi (grandi, medie e piccole) che avranno il compito di convincere gli abitanti che solitamente si spostano con mezzi a motore a utilizzare la bicicletta per andare a scuola o al lavoro. Per capire quale saranno le tre vincitrici i Comuni allestiranno tre diversi check-point, in tre diverse strade, monitorando uno per uno tutti i veicoli in transito dalle 7,30 alle 9,30: i centri urbani con la migliore percentuale di spostamenti a pedali rispetto quelli a motore, si aggiudicheranno i rispettivi gironi.
 
CITTA’ IN GARA - Alla sfida - organizzata da Legambiente, Fiab e Cittainbici con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente – sono iscritte 25 città. Nel girone delle “Grandi” (oltre i 250mila abitanti) ci sono Bari, Firenze, Genova, Milano, Roma, Torino, Venezia e Verona. Tra le “ Medie” (oltre i 100mila abitanti), ci sono Bolzano, Ferrara, Grosseto, Modena, Padova, Parma, Ravenna, Reggio Emilia, Trento, Vicenza e tra le “Città Piccole” (meno di 100mila abitanti), La Spezia, Lodi, Monfalcone, Pisa, Pordenone, Schio, Senigallia, Udine e Carpi. “Il Giretto d’Italia - sottolineano gli organizzatori - vuole dimostrare che ci sono già oggi città dove la mobilità a due ruote è una realtà consolidata e che hanno percentuali di spostamenti a pedali paragonabili a quelli di capitali europee, come Copenaghen o Berlino, unanimemente considerate a misura di bici”.
MOBILITA’ IMMOBILE - In Italia gli abitanti delle città, nonostante “perdano” due settimane intere di vita in auto ogni anno, quasi sempre da soli e a una media che non supera mai i 25 km all’ora, usano poco la bici: è un’impresa che riesce a pochi, viste anche le condizioni urbane proibitive, salvo eccezioni. Nonostante i centri storici delle città italiane siano più a misura di carrozza che di Suv, noi vantiamo un parco vetture che non teme rivali: a New York ci sono 20 auto ogni 100 abitanti, a Tokio 27, a Londra 36, a Barcellona 41, a Parigi 45, a Los Angeles 57, a San Francisco 64. Roma trionfa: sono 76. Eppure il nostro è un paese che sa andare anche a pedali; in numero assoluto siamo sesti al mondo, con circa 30 milioni di biciclette, dietro a Cina (450), Usa (100 milioni), Giappone (75) Germania e India (63). Ma è sui tragitti brevi che l’italiano accende il motore: le auto nel nostro paese, in oltre il 50% dei casi, non percorrono più di 5 km, cioè proprio quelle distanze dove sarebbero concorrenziali le bici, se non venissero arrotate o comunque minacciate da indomiti automobilisti, magari al telefonino. Il risultato complessivo è disarmante; se tentassimo una gara europea usciremmo a pezzi: nel nostro paese solo il 3,8% degli spostamenti totali è fatto in bicicletta. In Olanda il 27%, in Danimarca il 18%, in Germania il 10%, in Finlandia il 7,4%. Peggio di noi solo Francia, 3%, Regno Unito 2%, Portogallo 1 % e Spagna 0,7%.
I LETTORI RACCONTANO LA LORO TAPPA – In vista del Giretto d’Italia il sito del Corriere, in collaborazione con quello di Legambiente e dei Comuni che partecipano alla gara del 3 maggio, raccoglierà e pubblicherà i racconti dei tragitti urbani fatti in bicicletta dai nostri lettori. Chi vuole può anche inserire una foto, per documentare "gioie e dolori" del suo impegno di ciclista urbano. Il tutto con la speranza che questo possa servire agli amministratori pubblici per iniziare seriamente a lavorare per una mobilità urbana che sia a misura di testa e di polmoni.
Legambiente assegnerà anche due premi: uno al miglior racconto della tappa cittadina inviato dai lettori, e un altro alla miglior foto.
PREMIAZIONE - Il Giretto d’Italia 2011, infine, tirerà la volata alla seconda Giornata nazionale della bicicletta, organizzata dal Ministero dell’Ambiente per domenica 8 maggio, durante la quale verranno premiati i sindaci che hanno vinto i tre rispettivi gironi.

 

Campo scuola Walden - in collaborazione con la Coop. Risorse


venerdì 15 aprile 2011

E' nata l'associazione Alter Eco

L’associazione Alter Eco nasce a Macerata con lo scopo di tutelare l'ambiente attraverso servizi sociali, educativi, ambientali e culturali.

Le attività che ci contraddistinguono sono la promozione e valorizzazione dei beni di interesse naturalistico, artistico e storico; lo sviluppo della sostenibilità ambientale e di comportamenti eco sostenibili attraverso la didattica e formazione in materia ambientale; promozione del turismo eco sostenibile.










CONTATTI
Associazione Alter Eco
Via Batà, 21
62100 Macerata
C.F. 93063610435
Mail: ass.altereco@gmail.com






domenica 10 aprile 2011

Siamo energia, creiamo energia! - COOL TO REUSE

Siamo energia, creiamo energia. Quando camminiamo sprigioniamo energia e l’azienda britannica The Great Outdoor Company ha deciso di sfruttare tale energia. L’impresa in questione si occupa infatti della creazione di zone pubbliche per l’esercizio ginnico all’aperto atte ad intercettare l’energia cinetica creata dalle persone che fanno sport. Attualmente hanno abilitato 250 parchi in tutta la gran Bretagna con palestre che, attraverso attrezzi forniti di dinamo ed accumulatori, producono energia elettrica. Tale energia può essere utilizzata per l’illuminazione pubblica del parco, per la fornitura elettrica di un’edifico pubblico sito nelle vicinanze del parco o per caricare i dispositivi elettronici degli utenti (cellulari e tablets).




Un’iniziativa simile si è realizzata in una discoteca di Londra che ha istallato una pista da ballo con un dispositivo di accumulo dell’energia cinetica prodotta dai colpi dei piedi della gente che balla. L’energia prodotta viene utilizzata per soddisfare il fabbisogno energetico della discoteca stessa. E’ la prima discoteca ecologica del mondo, si chiama Surya Ecological Club. Dato curioso: l’entrata costa 12 euro però se la raggiungi a piedi, in bicicletta o attraverso trasporto pubblico la entrata è gratuita.













domenica 3 aprile 2011

Obsolescencia programada - COOL TO REUSE

Si algo se nos da bien a los occidentales, es sacar beneficio hasta de las cosas más sucias. Que la basura es un negocio que mueve muchísimo dinero y con enormes intereses, lo sabemos todos. Pero lo realmente peligroso, es que cada vez generamos más basura ya que sale más barato comprar algo nuevo que arreglar algo roto. Esa mentalidad, nos está llevando al abismo de la inmundicia.